Perché i turisti olandesi, tedeschi e austriaci non pagano le multe prese in Italia

I tre Stati membri dell’Ue hanno bloccato la visibilità delle loro targhe che hanno commesso un’infrazione in Italia. Una scelta data dalla volontà di proteggere le informazioni riservate dei cittadini

I turisti tedeschi, olandesi e austriaci non pagano le multe prese in Italia con la loro automobile. Non per questioni di indole, ma per un conflitto riguardo alla privacy. Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è solamente una empasse momentanea, per Berlino, Amsterdam e Vienna è una forma di tutela da presunte «ripetute violazioni della riservatezza» ai danni di cittadini stranieri. Per questo i tre Paesi europei hanno bloccato la visibilità delle loro targhe.


Questione di privacy

Il concetto è semplice: se gli organi di polizia non sono in grado di visualizzare la targa di veicoli stranieri, i proprietari non potranno ricevere la notifica dei verbali all’indirizzo di residenza estero. I governi di Austria, Olanda e Germania hanno spiegato la loro decisione indicando il presunto uso improprio dei dati da parte di un’azienda italiana, di cui non è stato fatto pubblicamente il nome. Per tutelare, dunque, la privacy dei loro cittadini, ecco la contromisura. Poco conta se quelle stesse persone hanno violato il Codice della Strada italiano. Una situazione di imbarazzo che il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha promesso di risolvere in tempi più o meno brevi: con Berlino si spera entro la fine del mese, con Vienna e Amsterdam i tempi dovrebbero essere un po’ più lunghi.


Cosa dice il regolamento europeo

Per comprendere la contrvoersia è necessario fare un passo indietro. Dal 1994 in Europa è attivo Eucaris (European Car and Driving Licence Information System), un sistema unico in cui è possibile consultare tutte le targhe e le patenti di guida presenti nei Paesi membri. Dà anche la possibilità di condividiere le informazioni sulle nuove immatricolazioni, sulle registrazioni di automobili e di altri mezzi di trasporto per contrastare furti e frodi. Ma anche per facilitare la trasmissione di dati riguardanti multe tra Stati differenti.

Per quanto riguarda le contravvenzioni, il regolamento europeo fa riferimento alla Direttiva numero 43 del 2015, che per l’appunto ha lo scopo di regolare lo scambio di informazioni sensibili. In particolare all’articolo 15: «Gli Stati ,membri dovrebbero poter contattare il proprietario, l’intestatario del veicolo o la persona altrimenti identificata sospettata di aver commesso infrazioni in materia di sicurezza stradale per informare la persona interessata delle procedure applicabili e delle conseguenze giuridiche secondo il diritto dello Stato membro dell’infrazione». Per facilitare il passaggio di dati, sono previsti “Punti di contatto nazionali”, cioè violazioni del nostro codice che riguardano anche le infrazioni commesse da chi non è cittadino italiano. Le otto infrazioni comuni sono: superamento dei limiti di velocità, mancato allacciamento della cintura di sicurezza, passaggio con il rosso, guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e in stato di ebbrezza, guida di motocicli senza casco, circolazione su corsia dedicata ad altri mezzi e utilizzo improprio di cellulari alla guida.

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