I gioielli spartiti dopo la morte della nonna e le società alle Bahamas: cosa c’è nelle carte dell’inchiesta sugli Elkann
Un tesoro da 170 milioni di euro. Che i fratelli Elkann si sarebbero spartiti dopo la morte di Marella Caracciolo. Classificandoli come regali che la nonna avrebbe fatto ai nipoti quando era ancora in vita. Per ridurre la massa ereditaria e pagare così meno tasse. Questo è uno degli stratagemmi raccontati nel decreto di sequestro preventivo nei confronti di John, Lapo e Ginevra Elkann. Un meccanismo di cui John sarebbe stato il regista. Anche delle successive iniziative per spartirsi il patrimonio di famiglia. Con società alle Bahamas. Mentre il commercialista Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, e il notaio Urs Robert von Grueningen avrebbero fornito gli strumenti per realizzare il «piano criminoso».
L’eredità
L’evasione fiscale, secondo i giudici, ammonterebbe a 3 milioni di Irpef per il 2016, 2,5 milioni per il 2017, 3,5 milioni per il 2018 e 30 per il 2019. Ma la confisca da 74,8 milioni di euro viene anche da un’ipotesi di reato di truffa. I tre fratelli avrebbero orchestrato una strategia per difendere la residenza svizzera della nonna. Che in realtà viveva stabilmente a Torino. E quindi doveva pagare le tasse in Italia. Ma grazie a contratti simulati la residenza fiscale di Marella veniva dissimulata. Per esempio grazie all’assunzione di assistenti e collaboratori che venivano pagati da Fca Security e Stellantis Europa ma lavoravano per Caracciolo. Anche per la casa in Svizzera è stato assunto personale per simulare una residenza. Allo scopo di spartirsi il patrimonio di famiglia nel momento della sua morte.
I gioielli
Il decreto contiene i beni scelti dai fratelli Elkann dall’eredità di Marella Caracciolo. Il Corriere della Sera spiega che Ginevra ha preso un paio di orecchini pendenti con diamanti blu del valore di 78 milioni di euro. Lapo si è concesso un servizio da piatti russo. Poi ci sono i dipinti. “Batman” di Andy Warhol e «Glaçons, effet blanc 1894» di Claude Monet. Del valore rispettivamente di 10 e di 17 milioni di euro. Ma ci sono anche gli orecchini firmati Harry Winston e «Three studies for portrait (Gianni Agnelli)» di Francis Bacon, stimato 12 milioni. Secondo il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti si tratterebbe di «false donazioni». Che sono arrivate solo dopo la morte della nonna. Come prova anche una mail di Montaldo a Elkann.
Le società alle Bahamas
«Tutto quello che non è presente in casa al momento del decesso può essere inserito nei REGALI. Regali che la nonna ha fatto “fisicamente” prima della sua scomparsa». Ma agli atti ci sono anche due trust, il «The provvidenza settlement» e il «The provvidenza II settlement», con sede a Nassau, isole Bahamas, paese a fiscalità privilegiata. Lì sarebbero confluiti «i beni della Caracciolo sottratti alla successione e trasferiti in capo ai nipoti» dopo il decesso. Proprio a causa della scoperta, ha spiegato il Gip, è necessario il sequestro. Perché gli indagati potrebbero replicare «la strategia fraudolenta». Anche attraverso «movimentazioni bancarie e di soggetti societari esteri».
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