All’asta la piattaforma InfoWars del complottista Alex Jones: deve pagare le famiglie di Sandy Hook
Alex Jones, il più famoso complottista americano, rischia di perdere InfoWars, la piattaforma mediatica su cui per anni ha diffuso varie teorie cospirazioniste, tra cui quella sulla strage di Sandy Hook. Dopo aver diffamato e messo in pericolo le famiglie delle vittime, nel 2022 è stato condannato a risarcirle con circa un miliardo di dollari. Nonostante abbia successivamente dichiarato “bancarotta“, Jones ha continuato le sue attività su InfoWars ed è stato persino “riabilitato” da Elon Musk e dal conduttore Tucker Carlson. Ora, il giudice fallimentare Christopher Lopez (Houston) ha deciso che la piattaforma e tutti i suoi beni saranno messi all’asta questo autunno per contribuire a saldare il debito verso le vittime.
Una decisione che non è piaciuta a molti cospirazionisti americani e sostenitori di Donald Trump, tra cui la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene. La nota simpatizzante QAnon ha pubblicato un tweet a sostegno di Alex Jones, affermando che non fu lui ad uccidere i bambini e definendo la decisione eccessiva per un “caso di diffamazione”. La deputata repubblicana ha concluso il suo tweet difensivo sostenendo che nessun “media mainstream” è stato costretto a scusarsi per le bugie raccontate.
Quelle di Jones non erano semplici accuse di diffamazione. Di fatto, aveva negato l’esistenza del massacro, speculando sulle vittime e sulle loro famiglie e rendendo ulteriormente un inferno le loro vite, come riportato da Open nell’intervista al padre del piccolo Noah Pozner. Il cospirazionista americano era stato citato in giudizio per diffamazione, inflizione intenzionale di stress emotivo e violazione della legge sulle pratiche commerciali sleali del Connecticut.
Sulla questione dei “media mainstream” sollevata da Marjorie Taylor Greene, è utile ricordare che per la diffusione di falsità e teorie del complotto riguardo le elezioni del 2020, che vedevano coinvolto il conduttore Tucker Carlson, Fox News si trovò a dover risarcire Dominion Voting Systems per una somma di circa 787 milioni di dollari.
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