I dati sensibili, il materiale riservato, i servizi segreti: l’ultimo mistero del Bayesian 50 metri sotto il mare

All’interno delle casseforti segreti che potrebbero interessare a Cina e Russia. L’indagine e la corsa al recupero del veliero

L’ultimo mistero del Bayesian si trova a 50 metri di profondità. Il veliero affondato al largo di Porticello a mezz’ora da Palermo il 19 agosto scorso è finito lì a causa di una sequenza incredibile di errori umani, secondo le indagini. Ma all’interno delle casseforti a tenuta stagna sarebbero custoditi alcuni hard disk. Che contengono dati legati ai servizi segreti occidentali. E di grande interesse per governi stranieri come Cina e Russia. Il rischio che qualcuno possa cercare di impossessarsene ha fatto aumentare la sorveglianza della Marina nei confronti del relitto. Si trovano lì perché ce li ha messi Mike Lynch. Il re del tech britannico era fondatore dell’azienda Darktrace. Che collaborava con molte intelligence dell’Occidente.


«Materiale altamente riservato»

Si tratterebbe di «materiale altamente riservato», fatto di informazioni classificate e codici di accesso oltre che dati sensibili. Per questo adesso la corsa per il recupero del relitto diventa più interessante. Intanto gli inquirenti hanno fatto riportare a terra pezzi del ponte, materiale informatico e sistemi di videosorveglianza. Che saranno inviati a laboratori specializzati per gli esami. Le autopsie hanno confermato che alcune vittime sono morte per annegamento, mentre chi è riuscito a trovare una bolla d’aria sarebbe poi soffocato per la mancanza di ossigeno. Sotto accusa ci sono il capitano James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di turno in plancia Matthew Griffiths. Per tutti le accuse sono omicidio colposo plurimo e naufragio colposo.


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