Alessandro Giuli, la scelta per il teatro Massimo di Palermo e il ruolo di Beatrice Venezi: «Ci saranno cose belle»
In una delle sue prime trasferte come titolare del dicastero della Cultura, il ministro Alessandro Giuli arriva a Palermo e si trova ad affrontare una grana che il suo predecessore, Gennaro Sangiuliano, non ha fatto in tempo a sminare: la nomina del nuovo consiglio di indirizzo del teatro Massimo e del Sovrintendente. Una partita che vede coinvolti anche la Regione Sicilia e il Comune di Palermo, oltre allo stesso Mic. E in cui potrebbe avere un ruolo la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, molto premiata da Sangiuliano e oggetto degli strali dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia per un presunto conflitto di interessi negli incarichi accettati dal governo e dal ministero.
La partita del teatro Massimo
Per completare il Consiglio d’indirizzo e della Fondazione Teatro Massimo, mancano due dei cinque nomi previsti. Il sindaco è di diritto il presidente, è stato scelto come nome comune di Regione e Comune quello del direttore di Italpress, Gaspare Borsellino e ora mancano due nomi uno in quota comune e l’altro al ministero. Quindi si passerà alla scelta del sovrintendente, di concerto tra Comune, Regione e Mic. Il sindaco Roberto Lagalla, da tempo ha detto di voler confermare Marco Betta, nominato all’epoca di Leoluca Orlando. Renato Schifani, il governatore della Sicilia, si era mostrato disponibile, ma ci sarà da convincere Giuli. All’epoca Sangiuliano aveva fatto circolare anche il nome di Beatrice Venezi, anche come sovrintendente.
La scelta di Giuli
In alternativa, la musicista potrebbe fare il direttore artistico, carica che Betta copriva contestualmente (a titolo gratuito), o il direttore musicale, visto che il maestro Omer Meir Wellber, è incaricato fino al prossimo 31 dicembre. «Ci saranno delle buone notizie», ha detto oggi Giuli: «Quando si parla di Teatro Massimo si parla di cose belle. Arriveranno relativamente a breve. Non posso fare nomi, sarebbe scortese rispetto ai soggetti interessati e al Teatro stesso».
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