Come funzionano la produzione e lo spaccio di banconote false: «I tagli sono da 20 e 50 euro»
Chiara Mezzone è comandante del gruppo anti-falsificazione monetaria della Guardia di Finanza. In un’intervista a La Verità oggi spiega che quello della falsificazione dell’euro «è un fenomeno molto diffuso. Ha avuto un periodo di calo nel 2021, poiché, nella prima fase del Covid, le transazioni in contanti erano molto diminuite. A partire dal 2023, manifesta un sensibile incremento». E che una delle maggiori operazioni risale al maggio 2024: «Abbiamo sequestrato una stamperia clandestina a Napoli, quartiere Ponticelli, con circa 48 milioni di euro contraffatti, tutte banconote da 50 euro. Il metodo di stampa utilizzato era di tipo offset, ossia tipografico, con utilizzo di particolari lastre, cliché e inchiostri, che richiede particolari abilità tecniche. Si tratta di macchine di stampa tipografiche, non le banali stampanti da ufficio».
Le stamperie clandestine
Mazzone ricorda che «abbiamo tratto in stato di fermo sette soggetti, tutti di nazionalità italiana. Alcuni di essi avevano precedenti specifici, in quanto precedentemente sorpresi in altre stamperie clandestine». Il fenomeno della produzione «è concentrato nella zona di Napoli e hinterland del Casertano, dove sono state smantellate, negli anni, la maggior parte delle stamperie clandestine, fin dall’epoca della lira. In alcuni casi, sempre soggetti di provenienza campana, si sono spostati in altri luoghi, talvolta anche all’estero». Ma per le grandi produzioni ci sono «un finanziatore, un produttore, un grossista, i rivenditori e l’acquirente finale. La spendita non è limitata all’area campana, ma diffusa su tutto il territorio nazionale e i passaggi sono molteplici».
Lo spaccio presso esercenti
Poi si verifica il fenomeno dello spaccio presso esercenti: «Sono messe in circolazione con scambi rapidi e veloci, ad esempio in locali, dove la luce è fioca, come le discoteche, tipo per “pagare” un cocktail. Per lo più viene utilizzata una banconota alla volta, magari inserendola tra altre autentiche». I tagli maggiormente falsificati «sono quelli da 20 e 50 euro, ossia le banconote maggiormente utilizzate».
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