Il No-vax che ha convinto i figli che la madre era radioattiva a processo a Bergamo
Aveva convinto i figli che la madre fosse «radioattiva» in quanto vaccinata contro Covid-19. E non consentiva loro di avvicinarla. Ora l’uomo è a processo a Bergamo per maltrattamenti psicologici nei confronti dei due ragazzi di 16 e 13 anni, che hanno passato tre anni in comunità prima di tornare a riabbracciare la mamma. Lui, separato dal 2017, ha perso la responsabilità genitoriale. E da fine agosto nei suoi confronti vige un divieto di avvicinamento.
Covid-19
Le difficoltà erano già sorte nel 2018 ma dal marzo 2021 erano divenuti insostenibili: «Non venivano più a tavola con me, si cucinavano loro da mangiare dicendomi “tu non puoi toccare”, non salivano in auto, se mi sedevo sul divano mi spingevano via con calci e pugni», ha raccontato in aula la donna. All’epoca i figli avevano 13 e 10 anni. «Mi dicevano che ero radioattiva». Nel capo di imputazione è scritto che l’uomo li «persuadeva di non avvicinarsi alla madre per almeno 40 giorni dopo la vaccinazione. Diceva «Ragazzi uscite, che non è niente», che il Covid non esisteva e la mascherina era dannosa. Ha fatto anche saltare loro la scuola. Il più grande è stato bocciato in terza media per le assenze. Prima della pandemia aveva sospeso l’antibiotico a uno dei figli quando nel fine settimana erano con lui.
L’acqua magica
Al suo posto «dava loro boccette con dell’acqua magica, io le svuotavo e mettevo l’acqua normale» ha raccontato. Aggiungendo che l’ex marito «imponeva le mani sui bambini dicendo che avrebbe assorbito il loro dolore». Nel 2022 l’imputato era stato prosciolto dal gup «perché il fatto non sussiste». E il giudice parlò di una «preoccupazione iperprotettiva per i figli», su cui potrebbe aver inciso la parziale incapacità di intendere e volere riconosciuta dal perito. Su ricorso del pm, però, la Corte d’Appello ha mandato l’uomo a processo.