Cosa sono i gamberi killer trovati vivi (e nascosti) nelle celle frigorifere di un ristorante a Prato

Si nutrono di larve di insetti, alghe e piante acquatiche, ma anche uova e piccoli pesci, distruggendo gli ecosistemi locali. E lo abbiamo importato, purtroppo, in Toscana

Durante un’ispezione della Guardia Costiera di Livorno e dell’Asl sono stati trovati, all’interno di una cella frigorifera in un ristorante di Prato 100 esemplari vivi di gamberi della Louisiana, i cosiddetti «gamberi killer». Il titolare del ristorante è stato denunciato per detenzione illegale di specie pericolosa e gli esemplari sono stati sequestrati. L’ispezione ha rivelato gravi carenze igienico-sanitarie dentro il locale, portando all’immediata chiusura. L’attività potrà riaprire solo dopo aver ripristinato condizioni adeguate per la conservazione e la somministrazione degli alimenti.


Cosa sono i gamberi killer

I «gamberi killer», ovvero i Procambarus Clarkii, sono una specie esotica, altamente invasiva e pericolosa per l’ecosistema, secondo quanto sostenuto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. Colonizzano rapidamente ogni spazio mettendo a rischio le specie autoctone. Si nutrono infatti di larve di insetti, alghe e piante acquatiche, ma anche uova e piccoli pesci. Originario dei luoghi palustri e fluviali è stato avvistato di recente anche nei nostri mari, dimostrando la sua alta tollerabilità anche in acqua salata. In Italia fu importato in Toscana dalla Louisiana da un’azienda di Massarosa, vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione. Ma il mancato controllo ha permesso la proliferazione dell’esemplare. Questo esemplare è in grado di resistere e respirare fuori dall’acqua per alcune ore. Quindi, una volta lasciata la zona d’acqua, può raggiungere le eventuali coltivazioni e danneggiarle. La sua carne è commestibile e viene consumata in diversi Paesi. Sopporta le alte temperature ed è stato avvistato anche in Campania, nel tratto laziale del Tevere, in Sicilia e nel ferrarese, al Lido delle Nazioni.


Foto di copertina: FRANCO SILVI/ANSA/KRZ

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