Calenda chiama le opposizioni: «Uniamoci e siamo con i lavoratori di Stellantis». Tutti rispondono tranne (per ora) il Pd
«Cari Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi, la situazione degli stabilimenti italiani di Stellantis e della componentistica auto collegata è disastrosa. La produzione è crollata di un ulteriore 30% nei primi sei mesi dell’anno, dopo un 2023 già disastroso. Ogni giorno è un bollettino di guerra». Con queste parole Carlo Calenda, leader di Azione, ha inviato una lettera ai colleghi e leader delle opposizioni sul caso Stellantis. Un appello a cui tutti hanno aderito, tranne il Pd.
«Vi propongo conseguentemente di: chiedere, in una nota stampa congiunta e nei termini più duri, una risposta da parte di Elkann all’iniziativa del Parlamento; dare sostegno e adesione all’iniziativa dei sindacati; preparare un piano sull’automotive da proporre al governo per valutarne l’inserimento nella legge di Bilancio», scrive Calenda. «La produzione è crollata di un ulteriore 30 per cento nei primi sei mesi dell’anno, dopo un 2023 già disastroso. Ogni giorno è un bollettino di guerra. Migliaia di operai messi in cassa integrazione, stabilimenti virtualmente chiusi, marchi prestigiosi – penso a Maserati – oramai spenti. A tutto ciò si aggiunge la vendita di Magneti Marelli e la conseguente crisi e la cessione di Comau. Un intero comparto industriale sta scomparendo trascinando dietro di sé posti di lavoro di qualità e innovazione. Il governo sembra del tutto impotente mentre, occorre ricordarlo, l’allora Fca ha beneficiato di miliardi di garanzie pubbliche. I sindacati hanno dichiarato uno sciopero unitario per il 18 ottobre e la Commissione attività produttive della Camera ha invitato John Elkann, senza ricevere risposta, in audizione. Credo che su questa vera e propria tragedia sociale e industriale occorra un’iniziativa più incisiva e unitaria delle opposizioni», aggiunge.
Le reazioni
«Dobbiamo cercare tutti insieme di ottenere tutele e garanzie serie per preservare gli stabilimenti in Italia e l’attuale occupazione. Per questo siamo pronti a mettere da parte anche le differenze politiche e ad assumere tutte le azioni necessarie. Nessuna esclusa. Addirittura a Carlo Calenda dico: certo, facciamo rispondere Elkann in Parlamento ai tanti quesiti che vorrebbero porre gli stessi operai, ma è urgente per tutti pensare a una strategia di rilancio industriale per un comparto che non può sparire poco a poco sotto i nostri occhi», ha dichiarato il leader M5S Conte. «Tra due settimane verranno votate in Parlamento le mozioni su Stellantis, ragioniamo allora su un testo unitario e su un piano credibile soprattutto perché il Governo pare non averne», dichiarano affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra. «Il ministro Urso continua ad andare in Europa a chiedere il rinvio della fine del motore endotermico – proseguono i leader di Avs – e soprattutto della transizione ecologica che non solo per noi resta fondamentale ma che nulla c’entra con la crisi dell’auto che dura da circa vent’anni. Inoltre, nel 2024 al di là delle poche vetture prodotte e della marea di ore di cassa integrazione, sono previste ulteriori 3.800 uscite incentivate dagli stabilimenti Stellantis a cui vanno aggiunti gli oltre 3mila lavoratori in somministrazione licenziati dal giugno 2024: dati che dimostrano come la crisi di Stellantis in Italia sia una chiara strategia di disinvestimento. Serve dunque voltare pagina, anche perché delle 40 milioni di auto immatricolate un terzo è vecchio e destinato ad una rapida rottamazione. Servono nuovi produttori per uscire dal monopolio ex Fiat per rilanciare l’auto elettrica e gli investimenti nella filiera produttiva del trasporto pubblico. Obiettivo deve essere di rendere economicamente accessibile ai redditi medio bassi l’auto elettrica per accelerare la transizione garantendo occupazione e qualità dell’aria e quindi salute. Dunque, – concludono Bonelli e Fratoianni – siamo pronti ad accogliere l’invito di Calenda e a confrontarci, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, insieme a tutte le forze dell’opposizione, sulle strategie per questo settore chiave dell’industria».
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