Decreto flussi: più click day, limitazioni alle ong e permessi lampo per chi è vittima di sfruttamento. Ma servono «approfondimenti» e l’ok da Chigi slitta

Il prossimo Consiglio dei ministri passerà in rassegna i 17 articoli del nuovo decreto legge. Tra questi anche nuove norme sui lavoratori stranieri

Il via libera al decreto legge di riforma delle regole per i flussi di migranti arriverà al prossimo Consiglio dei ministri: secondo quanto si apprende da diverse fonti il Consiglio dei ministri di oggi ha avviato l’esame del provvedimento ma ha rinviato l’ok a una prossima riunione per «ulteriori approfondimenti». Si tratta di 17 articoli, queste le anticipazioni di Public Policy News che ha preso in visione la bozza definita ieri sera dal governo Meloni. All’interno del nuovo dl sarebbero incluse anche modifiche al Testo unico sull’immigrazione, nuove misure riguardo agli irregolari vittime di intermediazione illecita o sfruttamento e strette riguardo alle operazioni delle ong.


Più click day, meno infiltrazioni criminali

Secondo quanto rivela Avvenire, la gran parte del dl Flussi si concentrerà su nuove norme per rimodulare le procedure di ingresso dei lavoratori stranieri in Italia. Il precedente testo fissava la quota triennale a 452mila arrivi, e tale dovrebbe rimanere. Il governo avrebbe invece deciso di modificare le procedure di immissione e vaglio delle domande. Ci saranno più click day per prenotare gli ingressi finalizzati all’occupazione. Ma all’interno di un sistema di precompilazione delle domande che possa individuare gli effettivi fabbisogni di manodopera nei vari settori.


Non solo: sarà introdotto un tetto massimo alle domande per datore di lavoro e saranno istituiti controlli automatizzati per eliminare a priori le richieste valutate come infondate ed evitare le ingerenze della criminalità organizzata. Questi controlli, secondo quanto traspare, dovrebbero essere attuati su base regionale. Un cambiamento che era già preannunciato da giugno, quando la presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva presentato in commissione Antimafia un esposto sul pericolo crescente delle infiltrazioni criminali nei flussi migratori e, soprattutto, nel sistema di presentazione delle domande. Sempre in ambito lavorativo, il datore dovrà sottoscrivere il contratto di soggiorno entro 8 giorni dall’ingresso del lavoratore in Italia. Se nel triennio precedente ha mancato di farlo, la sua domanda sarà considerata irricevibile.

Misure per chi è vittima di sfruttamento

In vista della imminente apertura dei nuovi cpr (centri di permanenza per il rimpatrio) in Albania, la bozza del dl Flussi conterrebbe anche norme per facilitare il trattenimento dei richiedenti asilo. Potrà infatti avvenire qualora il richiedente «non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità» o se non è in grado di presentare «idonea garanzia finanziaria». Sono però anche istituite misure straordinarie per tutelare i lavoratori per i quali «siano accertate situazioni di violenza o abuso o comunque di sfruttamento del lavoro». In tal caso il questore rilascerà «con immediatezza» un permesso di soggiorno diretto alla vittima e ai membri del suo nucleo familiare, per permettere loro di «sottrarsi alla violenza». Il permesso avrà durata di 6 mesi e sarà rinnovabile per un anno, o per la durata necessaria alla giustizia. Consentendo così l’accesso allo studio, ai servizi assistenziali ma anche lo svolgimento di lavoro subordinato o autonomo in seguito all’iscrizione presso l’anagrafe.

Le nuove norme sulle ong

Nel dl sono presenti alcune indicazioni sulla sospensione dei procedimenti relativi a cittadini di Paesi considerati “a rischio”. Così come norme sulla procedura di frontiera per coloro che richiedono protezione internazionale e sulla revoca di tale protezione. Ma uno dei punti destinato a far più discutere è la presenza di norme riguardanti le operazioni delle ong. In particolare sarebbe definita una stretta sulla libertà di azione dei velivoli utilizzati per la ricerca da parte delle organizzazioni non governative dei migranti nel mar Mediterraneo. Sarebbe prevista la necessità di avvertire «immediatamente e con priorità» gli enti competenti per l’area, alle cui indicazioni bisogna attenersi. In caso contrario è prevista una multa fino a 10mila euro e il fermo dell’area. Potrebbero anche essere presenti nuove norme per il trasbordo di migranti in imbarcazioni più sicure. Punto che ha già scatenato voci contrarie in Parlamento: «L’ennesima norma contro le Ong che salvano persone in mare, l’ennesima follia contro chi chiede protezione», ha detto il vicepresidente alla Camera di Alleanza Verdi-Sinistra Marco Grimaldi. «L’Italia è già orbaniana», ha chiosato con riferimento alla presenza del premier ungherese Viktor Orban alla kermesse leghista di Pontida del prossimo 6 ottobre.

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