Giorgia Meloni “cancella” le armi: così la premier comincia a cambiare idea sull’Ucraina

Il comunicato di Palazzo Chigi che parla di sostegno economico e riforme. I sondaggi nel centrodestra. La concorrenza interna di Salvini. E il ponte con Musk e Trump da costruire

Giorgia Meloni ha un problema con l’Ucraina. Anche se ufficialmente «la linea del governo non cambia». La premier ha lasciato un giorno prima New York decidendo così di partecipare soltanto in videocollegamento all’incontro di Joe Biden con Volodymyr Zelensky. Poi è arrivato il comunicato congiunto. E, subito dopo, una nota di Palazzo Chigi sull’evento. Nel testo finale degli alleati si legge chiara e tonda la determinazione a «fornire sostegno militare all’Ucraina». In quello dell’Italia il riferimento al sostegno militare non c’è. C’è invece l’«assistenza economica» e «l’attenzione alle riforme». Le riforme, non le armi. E la ragione della «timidezza» della premier riguardo l’argomento è una e soltanto una: i sondaggi.


Ucraina, sondaggi e centrodestra

Negli anni il sostegno a Kiev da parte delle opinioni pubbliche occidentali si è infatti via via raffreddato. E anche in Italia è successa la stessa cosa. In particolare è calato il consenso degli elettori di centrodestra. E alcune rilevazioni segnalavano che erano freddini proprio gli elettori di Fratelli d’Italia. E anche se l’Italia si è impegnata per mandare 1,7 miliardi di armi nel 2025 e la stessa premier ha accusato il Pd di essersi astenuto sul tema, ora è lei ad essere fredda. Perché c’è paura per una possibile escalation militare, è il ragionamento. Ma anche perché all’interno della sua coalizione Matteo Salvini ha da tempo cambiato verso. Cercando di intercettare il consenso dei pacifisti, il leader leghista si è iscritto al partito del “Basta Armi” già da un po’. E questo non può che preoccupare la premier nell’ottica della leadership del centrodestra.


Il caso Musk

Poi c’è Elon Musk. Che finora sull’Ucraina è stato piuttosto ondivago. Da una parte ha donato Starlink agli ucraini. Dall’altra ha spesso dichiarato che è una follia continuare a sostenerla perché Kiev «non vincerà mai». È noto che il proprietario di Tesla e di X sia un sostenitore di Donald Trump. E proprio Trump nei giorni scorsi ha attaccato Zelensky. Definendolo «un piazzista» che «rifiuta ogni accordo di pace ma continua a prendere armi e soldi dagli americani». In ottica Usa 2024, la scelta di Meloni sembra così andare incontro a quella che potrebbe essere la nuova linea americana in caso di vittoria del tycoon alle elezioni. E d’altro canto la premier è sempre stata più vicina a Trump che a Biden, se non altro per ragioni politiche. Ecco quindi che in parte si spiega il cambio di verso nei confronti di Kiev. Ma c’è anche un altro motivo che muove Palazzo Chigi. Molto più prosaico.

L’allarme della Difesa

Il ministero della Difesa, racconta oggi La Stampa, ha lanciato un allarme attraverso il Documento programmatico pluriennale per il triennio 2024- 026. Si descrive un «quadro generale economico-finanziario di incertezza» che pesa sulle Forze armate italiane. Proprio per l’impegno a supporto dell’Ucraina. Che sarebbe «non adeguatamente compensato con un flusso di risorse». Insomma, c’è un problema di soldi. Anche se nel suo intervento in videocollegamento Meloni ha ricordato i nove pacchetti di aiuti militari e l’invio a breve di una seconda batteria di Samp-T. E a questo punto c’è una domanda da porsi: con chi sta Meloni? Con Biden o con Trump e Musk che vogliono liquidare Zelensky?

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