Netanyahu all’Onu: «Qui ho sentito bugie e calunnie, una palude antisemita». Il monito a Teheran, mentre le delegazioni lasciano l’aula – Il video

Gli Houthi: «Abbiamo attaccato Israele e lo faremo ancora». Israele punta a un’operazione il «più breve possibile» per il Libano

«Il mio paese è in guerra, combatte per la sua sopravvivenza. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie contro il mio paese da molti oratori su questo podio, ho deciso di venire e mettere le cose in chiaro». Queste le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu all’assemblea generale dell’Onu. Un discorso accolto con qualche applauso ma molte contestazioni, con diverse delegazioni che hanno lasciato la sala richiamate dal presidente dell’Assemblea. «Se ci attaccate, vi colpiremo», ha dichiarato Netanyahu tra gli applausi dei suoi. «Teheran sta cercando di imporre il suo radicalismo ben oltre il Medio Oriente», ha aggiunto. Israele «farà tutto quello che è in suo potere per assicurarsi che l’Iran non ottenga l’arma nucleare». E ancora: «Combatteremo fino alla vittoria totale, Hamas deve andarsene da Gaza». «I veri criminali di guerra non sono in Israele, sono in Iran, a Gaza, in Siria, in Libano, nello Yemen», ha aggiunto il premier israeliano, attaccando dal podio dell’Onu il capo procuratore della Corte penale internazionale che lo ha incriminato, insieme al ministro della Difesa, Yoav Gallant, e diversi leader di Hamas. «Considerato l’antisemitismo all’Onu non deve sorprendere nessuno che il procuratore dell’Icc, organo affiliato dell’Onu, stia considerando di emettere un mandato d’arresto contro di me e il ministro della Difesa, leader democraticamente eletti del democratico stato di Israele», ha precisato il premier israeliano. «Il suo rifiuto di trattare con i tribunali indipendenti di Israele, nel modo in cui vengono trattate le democrazie, è difficile non spiegarlo altro che con puro antisemitismo. Fino quando Israele, fino a quando lo Stato ebraico, non sarà trattato come le altre nazioni, fino a quando la palude antisemita non sarà drenata, l’Onu sarà considerato dalle persone imparziali di tutto il mondo niente di più di una sprezzante farsa», ha concluso.


Gli Houthi: «Abbiamo attaccato Israele e lo faremo ancora»

Gli Houthi dello Yemen hanno rivendicato di aver preso di mira le città israeliane di Tel Aviv e Ashkelon con un missile balistico e un drone. A riportarlo è il “Guardian“. Il portavoce militare degli Houthi ha affermato che le loro operazioni non si fermeranno nei prossimi giorni finché non saranno terminate le offensive israeliane a Gaza e in Libano. «Condurremo altre operazioni militari contro il nemico israeliano in segno di vittoria per il sangue dei nostri fratelli in Palestina e Libano», ha dichiarato Yahya Sarea in un intervento televisivo. Mentre un funzionario della sicurezza israeliana afferma che qualsiasi operazione di terra in Libano sarà «la più breve» possibile. Un percorso confermato anche dal ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, che sostiene il proseguo dell’offensiva delle Forze di difesa israeliane (Idf) contro il movimento sciita filo-iraniano Hezbollah in Libano. Secondo quanto riportato dal “Times of Israel” il ministro ha incontrato il capo di Stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, il capo della direzione delle operazioni, maggiore generale Oded Basiuk, e il capo della direzione dell’intelligence, maggiore generale Shlomi Binder, per dare luce verde ai piani di attacco. Nel corso del colloquio si è anche parlato dell’ultimo raid alla periferia sud di Beirut, considerata una roccaforte di Hezbollah. Un attacco quest’ultimo che aveva come obiettivo Muhammad Hussein Srour, ritenuto il capo delle forze aeree del gruppo sciita filo-iraniano, nonché responsabile del programma dei droni e dei missili da crociera.

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