Russia, altro giornalista italiano nel mirino di Mosca: è Davide Maria De Luca di Domani

La protesta ufficiale della portavoce del Cremlino Maria Zakharova. Anche lui, come Stefania Battistini e Simone traini, ha documentato la situazione a Kursk

Dopo Stefania Battistini e Simone Traini della Rai, un altro giornalista italiano è finito nella lista nera del Cremlino per aver realizzato un reportage nella regione russa di Kursk. Si tratta di Davide Maria De Luca, che per Domani ha realizzato un servizio per documentare la vita e i sentimenti dei cittadini russi in quell’area. Come era successo con la giornalista e l’operatore Rai, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha protestato ufficialmente per l’ingresso nella regione di De Luca. Il messaggio, pubblicato su Telegram, è rivolto ai diplomatici italiani: è esplicita la richiesta di «fare attenzione» al giornalista di Domani. A cui segue una frecciata: «Forse questa volta vedranno la notizia subito e non dopo un mese».


La risposta di De Luca

«Finire nella lista dei ricercati era una possibilità che mettono in conto tutti i giornalisti che attraversano il confine». Il messaggio di Davide Maria De Luca su X è chiaro: una volta attraversato il confine, anche visto quanto accaduto nelle ultime settimane con altri colleghi, i rischi erano chiari. Eppure limitare il movimento dei media per De Luca rimane sbagliato: «Credo che impedire ai giornalisti di accedere a un’area di conflitto sia un errore, che a farlo sia il governo russo, quello ucraino, israeliano, americano o qualsiasi altro».


Non manca ironia anche nella risposta di De Luca, così come un freddo sorriso era presente nell’avviso di Maria Zakharova. «Nel mio piccolo, non mi aspettavo una menzione su un palcoscenico così prestigiosa. Da giornalista preferisco essere testimone delle storie piuttosto che diventarne protagonista», ha scritto sui social media il giornalista. E poi ha spiegato l’importanza della libera informazione anche durante i conflitti: «Per il momento, il mio unico commento è che una delle principali tutele per i civili è la presenza di osservatori, operatori umanitari e giornalisti. Sappiamo che la loro presenza non è una garanzia del corretto comportamento degli eserciti, ma in alcune circostanze può essere un potente incentivo».

Il servizio da Kursk

«Nella regione occupata non ci sono elettricità, telefoni e riscaldamento. Ma gli ucraini portano cibo e medicinali». Questa è solo una parte del reportage che De Luca ha effettuato nei territori di Kursk, dove «il coprifuoco è in vigore dalle 17 di sera alle 10 di mattina». Un piccolo spaccato della vita quotidiana di chi vive in Russia sotto il controllo militare ucraino. Ma, come accaduto a Stefania Battistini e Simone Traini, il suo operato non è stato gradito dal Cremlino. Tra l’altro, la Fsb (i servizi segreti russi) avrebbero aperto indagini penali contro tre giornalisti – due americani della Abc e uno rumeno – per «attraversamento illegale della frontiera». E il totale di queste indagini sale a 12 da metà agosto. Con De Luca il numerò dovrebbe salire a 13. Intanto però si continuano a raccontare quelle zone. Perché, come ha spiegato lo stesso De Luca da Kursk, «per chi vive in queste terre il futuro è un’incognita. La loro ordalia, come quella di milioni di ucraini nella stessa, e spesso peggiore, situazione, sembra destinata a durare ancora a lungo».

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