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Nuoro, il figlio 14enne sopravvissuto alla strage: «Mi sono salvato perché ho finto di essere morto»

27 Settembre 2024 - 21:23 Ugo Milano
Il giovane è stato poi ascoltato dagli inquirenti in ospedale, in audizione protetta

«Sono tutti morti. Mi sono salvato perché ho finto di esserlo anche io. In casa urlavano tutti». Sono queste le parole che il ragazzino di 14 anni, unico sopravvissuto alla strage di Nuoro, ha detto ai carabinieri una volta arrivati sulla porta quel giorno. Suo padre Roberto Gleboni ha ucciso la moglie, gli altri due figli e un vicino di casa, prima di di ferire gravemente la madre e togliersi la vita. Il giovane superstite, che ha subito un intervento facciale per la rimozione di schegge, è stato ascoltato oggi, venerdì 27 settembre, in un’interrogatorio durato tre ore, accompagnato da uno psicologo e dal suo tutore legale. Ha risposto a tutte le domande, a cui è stato sottoposto con tutte le precauzioni del caso, parlando a lungo. Nulla è trapelato però sul contenuto delle risposte, che passerà al vaglio dei pm di Nuoro Riccardo Belfiori e Sara Piccicuto, che coordinano le indagini. Si è inoltre appreso che il 14enne tra ieri e oggi, ha ricevuto la visita e il conforto dei nonni materni che si stanno prendendo cura di lui. Nel frattempo, stanno proseguendo le indagini coordinate dalla procura per fare chiarezza sui motivi che hanno spinto Gleboni a compiere un gesto così atroce. Le testimonianze dei vicini sono contrastanti: alcuni affermano di non aver mai sentito litigi tra la coppia, mentre altri parlano di una crisi coniugale e di comportamenti possessivi da parte dell’uomo.

Le indagini

Nelle diverse testimonianze spunta anche chi racconta che la moglie dell’uomo aveva una malattia e per questo chi indaga sta acquisendo la documentazione sanitaria dell’intera la famiglia. Ma non solo. Nell’ambito delle indagini, la procura ha richiesto anche la documentazione sulla situazione patrimoniale della coppia per rintracciare eventuali problemi finanziari. Ulteriori elementi potrebbero emergere dall’analisi dei computer e dei telefoni sequestrati. Mentre oggi, 27 settembre, la polizia giudiziaria è tornata nella casa della strage in via Ichnusa per raccogliere ulteriori prove. Le autopsie delle cinque vittime, eseguite dal medico legale Roberto Demontis, potrebbero fornire indicazioni utili sulla dinamica della tragedia. Il Comune ha proclamato lutto cittadino per il giorno dei funerali e ha organizzato una fiaccolata per esprimere solidarietà alla famiglia delle vittime.

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