Tony Effe tra dissing e accuse di misoginia: «È tutto un gioco, le donne sono più potenti di noi. Fedez? Un bugiardo cronico»

Il rapper romano è tornato sul beef con il cantante milanese: «La gente che non conosce questa cultura non capisce». E spiega il “nuovo Tony”

«È solo rap». Con queste tre parole è facilmente riassumibile la posizione di Tony Effe riguardo al dissing con Fedez e alle accuse di misoginia e omofobia. Insomma: niente di grave, niente di serio. O come dice lui «è un gioco». In un’intervista concessa a Vanity Fair, il rapper romano ha ripercorso con leggerezza lo scontro a suon di rime con il cantante milanese. E soprattutto ha allontanato le accuse di parlare delle donne come fossero oggetti: «La gente che non conosce questa cultura non capisce». Colpa del rap, e di chi non è abituato a un ambiente “culturale” che la figura femminile l’ha sempre vista sotto una determinata luce.


La sfida con Fedez a suon di barre

Che Tony Effe sia il fenomeno del momento ormai non c’è bisogno di dirlo. Il dissing con Fedez gli ha portato migliaia di ascolti in più, lo ammette lui stesso: «Ho acquisito nuovo pubblico». Ma dentro le dinamiche del beef tra rapper sono rientrati riferimenti non proprio leggeri, che entrambi i protagonisti hanno inciso su dischi che stanno spopolando tra i giovani. In Chiara, riferimento non velato alla ex moglie di Fedez Chiara Ferragni, il 33enne romano attacca Fedez accusandolo di sfruttare i figli per visibilità e di aver lasciato la compagna di vita nel suo momento più difficile.


Ma per Tony sono tutti riferimenti artistici, buttati giù in una «sola giornata di studio». «È solo musica», ha ribadito. «Fa parte del gioco, non si deve neanche spiegare. So solo che ho fatto una canzone che ha spaccato». E alla protesta di Chiara Ferragni per l’inclusione nei testi dei figli, Tony Effe risponde sminuendo: «Dire “lasciate in pace i bambini” è un escamotage. Non ho mai parlato male di nessun bambino. Non ho fatto niente di male». Il rapper sembra aver preso tutto sul ridere, come un gioco appunto. Se le rime contro di lui e l’inclusione nel video della ex Taylor Mega gli hanno provocato «una grande risata», non sembra però ugualmente aperto nei confronti di Fedez. «È un bugiardo cronico», attacca. Si riprende subito: «Ognuno può pensare che io e Fedez siamo amici oppure no, se rispondo è la fine del gioco, no?». E torna – ancora – sul filo rosso del gioco: «È una gara a chi fa rime più spietate, a chi fa più male attraverso la musica. Posso anche scrivere che gli asini volano».

Misoginia? No, solo rap

Altro tema è quello della misoginia, già sollevato per la sua partecipazione al Tomorrow Today Festival di Trieste. Ma lui nega: «Non sono misogino, ci mancherebbe, io lavoro con le donne e le tratto benissimo». Le ragazze nei testi diventano “bitch” (puttane), oggetto di piacere che viene “fatto girare” tra rapper. Ma – per l’appunto – «è rap. Si usano quelle parole, quella forma. Si raccontano cose belle, cose brutte: le donne in tutte le sfaccettature. La gente che non conosce questa cultura non capisce». Alla base di tutto, sostiene Tony Effe, c’è un fatto: «Le donne sono più potenti di noi». E forse anche per questo, secondo l’artista, «può esistere (un rap non misogino, ndr), ma non è il mio».

In effetti, spiega, nel suo nuovo album Icon si fa vedere per quello che è: «Un ragazzo normalissimo», meno spaccone. E che anzi lascia trasparire in alcune tracce le difficoltà di una vita di successo come la sua: «Quando arrivi al successo, alla fama, ti chiedi: e adesso? Cosa succede? Ti rendi conto che non è niente in realtà. Che tutte le cose importanti sono altre, perché vincere nella vita non è avere successo. Servono la salute, la famiglia, gli amici, l’amore: tutto quello che resta per sempre». E sembra essersi lasciato indietro l’ossessione per i soldi: «È un problema in meno, è come se ci avessi fatto sopra una x. Ho capito che sono un buon mezzo per fare delle cose, ma i soldi non servono a stare bene».

Il tour dei palazzetti e il sogno Olimpico

Ora è atteso dal «momento più importante della carriera». Tomny Effe porterà in tour nei palazzetti proprio Icon: il 5 ottobre al Palazzetto dello sport a Roma (già sold out), e una settimana dopo all’Unipol Forum di Milano. Ma non vuole fermarsi: «Voglio arrivare agli stadi, e fare un tour mondiale. Il sogno più grande però è l’Olimpico di Roma, la cosa che mi farebbe emozionare di più». Nel tour saranno ospiti anche “gli altri” della Dark Polo Gang, il gruppo rap che ha fatto assurgere Tony Effe alla fama. «Non ho mai lasciato la band, semplicemente abbiamo fatto progetti da singoli», ha spiegato il rapper. «Faremo altri dischi? Non possiamo escludere niente».

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