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Questo video di Roberto Burioni è stato decontestualizzato per definire i vaccini antinfluenzali inefficaci

27 Settembre 2024 - 13:05 Fabio Verrecchia
Si tratta di un video datato che trattava l'efficacia del vaccino durante la stagione influenzale del 2018, pur ribadendo l'importanza della vaccinazione

Su Facebook è stato condiviso un reel con l’intento di schernire il professor Roberto Burioni per alcune dichiarazioni fatte durante una vecchia intervista in una trasmissione televisiva. Nel video, il virologo afferma che i vaccini antinfluenzali potrebbero essere meno efficaci in quanto il virus dell’influenza muta ogni anno, mentre i ceppi scelti per la formulazione del vaccino vengono selezionati diversi mesi prima dell’inizio della campagna vaccinale. Nonostante le parole di Burioni siano autentiche, le conclusioni contenute nel post social, secondo cui “bisogna vaccinarsi anche se i vaccini non sono efficaci”, sono fuorvianti e decontestualizzate.

Per chi ha fretta

  • Il video è tratto da una puntata di “Faccia a Faccia” del 2018, in cui il professor Burioni durante l’intervista spiega le ragioni per cui i vaccini antinfluenzali di quell’anno fossero stati meno efficaci.
  • Il reel condiviso su Facebook estrapola e decontestualizza i concetti espressi dal professor Burioni in quell’occasione, trasmettendo l’idea errata che i vaccini antinfluenzali siano inefficaci e inutili.
  • I vaccini antinfluenzali non offrono una protezione totale contro l’influenza, ma riducono significativamente il rischio di contrarre un’infezione che richieda una visita medica. Inoltre, anche se non prevengono tutte le infezioni, sono fondamentali per ridurre complicanze gravi e ospedalizzazioni.

Analisi

La breve sequenza video dell’intervista al professor Burioni condivisa su Facebook presenta la seguente didascalia:

Vaccini antinfluenzali poco efficaci, perchè? Ce lo spiega questo qua! Ascoltatelo!

Il reel è accompagnato da questa frase:

Burioni! I vaccini non sono efficaci ma bisogna vaccinarsi perché, comunque, danno un certo tipo di protezione!

Il filmato è stato condiviso anche qui. Inoltre, abbiamo trovato lo stesso video, originariamente pubblicato il 15 luglio 2020, sul canale YouTube “liberamenteservo”, sebbene manchino le didascalie presenti nel video oggetto di questa analisi.

L’intervista si riferisce alla vaccinazione per la stagione influenzale 2018

Il reel è una breve sequenza tratta da un’intervista del 2018 al programma “Faccia a Faccia” in onda su LA7, in cui Burioni spiega le ragioni per cui i vaccini antinfluenzali risultarono meno efficaci durante quella stagione (il video integrale è disponibile qui). Nel 2018, infatti, oltre 8,7 milioni di italiani furono colpiti dall’epidemia, con 744 casi gravi e 160 decessi provocati dall’influenza. Questi numeri, i più alti registrati in quindici anni, furono una conseguenza del fatto che il ceppo virale B/Yamagata, prevalente quell’anno, non era coperto dal vaccino trivalente.

In tale contesto, Burioni chiariva le ragioni dietro la ridotta efficacia della campagna vaccinale durante quella specifica stagione influenzale, ribadendo nel contempo l’importanza della vaccinazione per prevenire le infezioni gravi e auspicando il futuro sviluppo di un “vaccino universale” contro l’influenza. Un concetto ben diverso da quello che intende veicolare il video in questione, suggerendo erroneamente che i vaccini antinfluenzali sarebbero inutili. In un’intervista più recente, lo stesso professor Burioni ha riaffermato l’importanza della vaccinazione antinfluenzale nel programma “Che tempo che fa”, spiegando in dettaglio i benefici della profilassi.

Come viene aggiornata la composizione dei vaccini antinfluenzali?

La composizione virale dei vaccini antinfluenzali viene decisa ogni anno attraverso una collaborazione globale coordinata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I dati sui virus influenzali circolanti vengono raccolti dai Centri di Collaborazione dell’OMS e dai Laboratori Regolatori dell’OMS in tutto il mondo, che monitorano i ceppi predominanti e le loro mutazioni genetiche. Poiché i virus influenzali mutano rapidamente, l’analisi dei ceppi è importante per prevedere quali saranno i più diffusi nella stagione successiva. La decisione sulla composizione del vaccino avviene circa sei mesi prima dell’inizio della stagione influenzale, come dichiarato correttamente da Burioni nell’intervista, per dare il tempo necessario a produrlo su larga scala.

L’OMS raccomanda quindi l’inclusione di ceppi di virus influenzali A e B, scegliendo quelli che si prevede saranno maggiormente in circolazione. L’aggiornamento periodico dei ceppi virali contenuti nei vaccini antinfluenzali è necessario per garantirne l’efficacia, a causa della costante evoluzione dei virus influenzali, compresi quelli che circolano e infettano l’uomo.

Vaccinarsi contro l’influenza serve comunque

I vaccini antinfluenzali possono a volte risultare meno efficaci per vari motivi, principalmente legati alla natura mutevole del virus dell’influenza (variazione antigenica). I virus influenzali, in particolare quelli di tipo A, mutano rapidamente, modificando le proteine di superficie che il sistema immunitario riconosce. Se i ceppi che circolano durante la stagione influenzale subiscono mutazioni significative rispetto a quelli selezionati per il vaccino, la protezione può risultare inferiore.

Un altro fattore è la previsione errata dei ceppi. Poiché la composizione del vaccino viene stabilita con circa sei mesi di anticipo, a volte i virus circolanti non corrispondono a quelli inclusi nel vaccino a causa di mutazioni inattese o di una diffusione maggiore di ceppi non previsti. Dunque, i vaccini antinfluenzali non offrono una protezione totale contro il virus, e la loro efficacia varia ogni anno in base alla corrispondenza tra il vaccino e i ceppi del virus in circolazione.

Tuttavia, secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), l’ente governativo americano responsabile delle principali decisioni e raccomandazioni in tema di salute pubblica, i vaccini antinfluenzali riducono il rischio di visita medica del 40-60%. Anche quando l’efficacia vaccinale non è elevata (o “meno efficace” come afferma Burioni nel video), l’impatto in termini di incidenza, ospedalizzazioni e mortalità è comunque significativamente ridotto. Pertanto, il concetto che i vaccini “non sono efficaci” è falso.

Perché vaccinarsi è conveniente

Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato come vaccinarsi contro l’influenza sia comunque conveniente. Con un vaccino di efficacia pari al 20% (vuol dire che protegge una persona su cinque che effettua la profilassi), somministrato al 43% della popolazione (media statunitense degli ultimi cinque anni: ovvero meno di una persona su due), si possono evitare 61.000 decessi, 129.000 ricoveri e 2,2 milioni di anni vissuti con disabilità. Numeri che hanno portato gli autori della ricerca ad affermare che «i risultati dimostrano come proteggersi dall’influenza con il vaccino abbia un impatto significativo sulla diffusione dell’epidemia, anche in presenza di una bassa efficacia». In altre parole, anche un vaccino che funziona meno del previsto è un «alleato» per la salute.

Conclusioni

Il video condiviso su Facebook è decontestualizzato e fuorviante, trasmettendo erroneamente l’idea che i vaccini antinfluenzali siano inefficaci. L’intervista originale del professor Roberto Burioni, da cui è stato estrapolato il video, spiegava invece le ragioni specifiche della ridotta efficacia del vaccino durante la stagione influenzale del 2018, pur ribadendo l’importanza della vaccinazione per prevenire complicazioni. Anche se i vaccini antinfluenzali non offrono una protezione totale, essi riducono il rischio di infezioni gravi e ospedalizzazioni. Vaccinarsi, dunque, rimane un’azione di primaria importanza per la salute pubblica, anche in stagioni in cui l’efficacia del vaccino può essere ridotta.

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