Argentina, più di metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà: sotto accusa le politiche di Milei

Il governo di Buenos Aires si difende: «Abbiamo ereditato una situazione disastrosa dai governi precedenti»

Oltre metà dei cittadini argentini – il 52,9% per l’esattezza – vive al di sotto della soglia di povertà. Il dato proviene dall’ultimo rilevamento dell’Indec, l’Istituto nazionale di statistica, e si riferisce al primo semestre del 2024. Si tratta di una percentuale in forte crescita, se si pensa che il rilevamento precedente aveva fatto registrare un indice di povertà del 41,7%. A contribuire a questo rialzo, secondo gli osservatori, sono soprattutto le dure misure di austerity introdotte dal governo ultraliberista di Javier Milei, che ha promesso di rimettere in ordine i conti pubblici argentini anche a costo di approvare politiche largamente impopolari e dannose per le fasce meno abbienti della popolazione.


I dati sulla povertà in Argentina

Secondo l’ultimo bollettino dell’Indec, il 18,1% dei cittadini argentini si trova al di sotto della soglia di indigenza. In termini assoluti, si tratta di 5,8 milioni di persone, in crescita del 6,2% rispetto al secondo semestre del 2023. Se si prendono in considerazione le fasce di età più giovani, l’indice di povertà aumenta ulteriormente: tra le persone da 0 a 14 anni raggiunge il 66,1%, nel gruppo 15-29 anni si attesta al 60,7%. Tra gli over 65, quasi tre persone su dieci (il 29,7%) vivono sotto la soglia di povertà.


La ricetta economica ultraliberista

Durante la campagna elettorale dello scorso anno, Milei – autoproclamato «anarco-capitalista» – si aggirava con una motosega per simboleggiare i tagli alla spesa pubblica che avrebbe approvato in caso di elezione. La sua ricetta per combattere l’inflazione ed eliminare il deficit di bilancio ha conquistato gli elettori, che gli hanno affidato il mandato di dare vita a un nuovo governo. Da quando si è insediato a Casa Rosada, Milei ha congelato le pensioni, ridotto gli aiuti alle mense popolari, tagliato i programmi di welfare e bloccato tutti i progetti di lavori pubblici, facendo perdere il lavoro a decine di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione.

La difesa di Milei

Prima ancora che l’Indec pubblicasse i dati aggiornati sulla povertà in Argentina, il governo di Buenos Aires ha messo le mani avanti per tentare di giustificare le proprie politiche. «Noi non neghiamo la realtà, la affrontiamo», ha affermato in conferenza stampa Manuel Adorni, portavoce dell’esecutivo. La spiegazione fornita da Milei è la seguente: il suo governo ha ricevuto «un’eredita disastrosa, tra le peggiori della storia». E il «degrado sociale» che emerge dagli ultimi dati Indec è una conseguenza delle politiche applicate dai governi precedenti.

«Siamo in un processo di ricostruzione e ci sono diverse questioni che non sono allineate con la realtà, dal tasso di cambio ai prezzi regolamentati, ai trasporti, nessuno ha detto che si trattava di un processo semplice o che l’attività o lo stipendio non ne avrebbero risentito», ha aggiunto Adorni. Nel frattempo, la luna di miele tra Milei e gli argentini sembra essersi interrotta. Nel mese di settembre, scrive Reuters, il consenso per il governo è crollato del 15%.

In copertina: Javier Milei in visita a Wall Street, New York, 23 settembre 2024 (EPA/Justin Lane)

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