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Eredità Agnelli, i fratelli Elkann fanno muro: «Ma quale patrimonio occulto, ecco com’è andata coi gioielli di famiglia»

28 Settembre 2024 - 23:18 Ugo Milano
eredità agnelli decreto di sequestro john elkann lapo elkann ginevra elkann
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Una nota dei legali di John, Lapo e Ginevra per chiarire come i tre «hanno adempiuto a tutti gli oneri spettanti a chi eredita da persone residenti all'estero», ossia nonna Marella

«Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell’eredità Agnelli». Lo affermano in una nota rilasciata questo pomeriggio gli avvocati di John, Lapo e Ginevra Elkann «a fronte della sequenza di reiterate falsità che affolla in questi giorni i mezzi di informazione». «I fratelli Elkann, nominati dalla nonna eredi universali, hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all’estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo», si legge ancora nella nota. Che sottolinea pure come «non è vero che siano state presentate dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano». Gli avvocati tengono anche a precisare che «i gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo, che ne ha disposto in vita come ha voluto». Quanto alla posizione specifica del primogenito John Elkann, infine, i legali dei fratelli sottolineano come nella galassia di società riconducibili alla famiglia Agnelli egli «ricopre il ruolo che gli ha assegnato il nonno, secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano, uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni».

Il sequestro e le indagini

Il 20 settembre scorso la Procura di Torino ha richiesto un sequestro di beni preventivo del valore di 74,8 milioni di euro nei confronti dei tre fratelli Agnelli, del commercialista Gianluca Ferrero (dalla cui posizione è partita l’indagine) e del notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli. Secondo gli inquirenti, i tre fratelli Elkann avrebbero escogitato un piano per spartirsi beni per un valore complessivo di 170 milioni di euro dopo la morte di Marella Caracciolo. Come? Classificandoli come regali che la nonna avrebbe fatto ai nipoti quando era ancora in vita. Per ridurre la massa ereditaria e pagare così meno tasse. Regista dell’operazione sarebbe stato proprio John, così come delle successive iniziative per spartirsi il patrimonio di famiglia. Avvalendosi pure di società alle Bahamas. Mentre il commercialista Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, e il notaio Urs Robert von Grueningen avrebbero fornito gli strumenti per realizzare il «piano criminoso».

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