Fiera del Levante, inaugurazione tra le polemiche senza Meloni. Emiliano attacca: «Qui non c’è gente che la applaude senza critica»

La premier ha inviato un videomessaggio in occasione della 87esima edizione: «Il Mezzogiorno in passato è stato considerato una zavorra, ma in realtà è la grande vera opportunità di crescita dell’Italia»

«L’assenza della premier Meloni» secondo il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, alla Fiera del Levante, «è dovuta probabilmente anche al fatto che qui in Puglia non trova gente che la applaude senza critica, qui avrebbe trovato la verità. Quando il premier sfugge alla verità danneggia se stesso dal mio punto di vista. E comunque avrebbe avuto una accoglienza rispettosa e collaborativa». Un’assenza che per il governatore regionale si fa sentire, anche se la premier ha mandato un videomessaggio. «Sfuggire a questo evento così importante per il Mezzogiorno – ha aggiunto – secondo me è stato un errore. Fermo restando, ovviamente, che le giustificazioni per un premier sono infinite, nel senso che il presidente del Consiglio avrà cose importanti da fare, però anche Bari, la Fiera e la Puglia sarebbero state importanti». «Sull’autonomia differenziata – ha poi dichiarato Emiliano – sento dire che addirittura che i saggi starebbero immaginando che i Lep devono essere diversi tra Nord e Sud, quindi quando devi tutelare un diritto al Sud servono meno soldi rispetto al Nord. Una sorta di gabbia vitale nella quale vogliono costringere il Mezzogiorno».


Il videomessaggio di Giorgia Meloni

Il governo, secondo quanto dichiarato dalla premier Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato in occasione dell’evento, ha messo in campo «tanti mattoni di una strategia più ampia per rispondere al protagonismo del Mezzogiorno che non chiede assistenzialismo, sussidi, mancette elettorali, ma chiede di essere messo nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto della nazione».
«Troppo spesso – ha dichiarato la presidente del Consiglio – il Mezzogiorno in passato è stato considerato una zavorra, ma in realtà è la grande vera opportunità di crescita dell’Italia. A noi spetta il compito di liberare il suo potenziale immenso e inespresso, con investimenti, con la spinta infrastrutturale necessaria per ridurre il divario con il resto d’Italia». «Scommettere sull’orgoglio del Sud – ha proseguito la premier – significa scommettere sull’orgoglio di una nazione intera perché un Sud prospero e competitivo è una vantaggio per tutto il popolo italiano. È una scommessa che siamo determinati a vincere». Meloni ha poi sottolineato che «abbiamo riformato le politiche di coesione per spendere meglio, più velocemente le risorse che sono molto preziose, facendo in modo che siano impiegate per ridurre la disparità tra i territori e per gli interventi strategici». «Abbiamo introdotto gli accordi di coesione, ne abbiamo sottoscritti 19 con le regioni e le province autonome mettendo a disposizione finora oltre 35 miliardi di euro e adesso ci apprestiamo a concludere questo percorso con la Regione Puglia. Abbiamo voluto la nascita del fondo perequativo nazionale con l’obbligo di destinare alle regioni del mezzogiorno almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti», ha dichiarato. «E poi – ha aggiunto – c’è la Zes unica del Mezzogiorno che il governo ha voluto con forza, un altro mattone importante di questa strategia. Fondamentale anche il credito di imposta degli investimenti per il quale abbiamo stanziato 3,4 miliardi». «Poi – ha concluso – la proroga di decontribuzione Sud».


Urso sull’ex Ilva: «Presente a Taranto per la riattivazione dell’altoforno1»

«Tra pochi giorni andrò a Taranto quando sarà riattivato l’altoforno uno che era stato chiuso quasi due anni fa. E poi toccherà all’altoforno due che è stato chiuso maldestramente, senza svuotarlo. Di questo chiederemo conto, perché così si è reso molto più difficile il ripristino», ha dichiarato il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, nel corso della inaugurazione della Fiera del Levante a Bari.
Sull’ex Ilva di Taranto, il ministro ha parlato di «coraggio» della premier Meloni. «I creditori hanno cominciato a ricevere in sei mesi i crediti di cui avevano diritto: ora – ha concluso – aspetto che la Regione faccia la sua parte. Noi abbiamo fatto una norma nazionale consentendo alla Regione di aggiungere quelle regionali».

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