L’uccisione del leader di Hezbollah fa infuriare Teheran: «Pronti a inviare truppe in Libano». Israele prende il controllo dell’aeroporto di Beirut

L’appello di Ali Khamenei ai musulmani: «È nostro dovere schierarci con il popolo libanese e liberarci del rabbioso cane sionista»

L’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, rischia di dar vita all’ennesima escalation in Medio Oriente. Nella mattinata di oggi, sabato 28 settembre, l’esercito israeliano (Idf) ha fatto sapere di aver colpito il quartier generale di Nasrallah e di aver ucciso il leader del Partito di Dio, insieme ad altri comandanti e alti dirigenti dell’organizzazione. Durante l’operazione militare, ha fatto sapere l’Idf, sono state sganciate più di 80 bombe – del peso di una tonnellata ciascuna – sul bunker dove si trovava Nasrallah. L’attacco, sempre secondo quanto riferito dall’esercito di Tel Aviv, è stato effettuato mentre i vertici di Hezbollah si trovavano nel quartier generale per coordinare attività terroristiche contro i cittadini dello Stato Ebraico.


L’Iran: «Pronti a inviare truppe in Libano»

L’uccisione del leader di Hezbollah ha scatenato la dura reazione dell’Iran, storico armatore e finanziatore del Partito di Dio libanese. Ali Khamenei, guida suprema del Paese, è stato trasferito in un luogo definito di «alta sicurezza», da cui ha pubblicato un appello rivolto a tutti i musulmani in cui chiede di unirsi al fianco di Hezbollah. «È dovere di tutti i musulmani schierarsi con le proprie capacità al fianco del popolo libanese e del vittorioso Hezbollah e aiutarli ad affrontare questo regime usurpatore, ingiusto e malvagio», scrive Khamenei riferendosi a Israele. La guida suprema iraniana poi aggiunge: «Il massacro del popolo indifeso in Libano, da un lato, ha rivelato ancora una volta a tutti la natura brutale del cane rabbioso del sionismo e, dall’altro, ha dimostrato la miopia e la politica insensata dei leader del regime usurpatore». Nei prossimi giorni, fa sapere la rete americana Nbc, il governo di Teheran invierà alcune truppe in Libano, in risposta all’uccisione di Nasrallah da parte dell’Idf. «Possiamo inviare truppe in Libano per combattere contro Israele, proprio come abbiamo fatto nel 1981», ha fatto sapere l’ayatollah Mohammad Hassan Akhtari, vicepresidente dell’Iran per gli affari internazionali.


Continuano i raid israeliani

Nel frattempo, continua la pioggia di missili israeliani sul Libano. L’Idf ha fatto sapere che dalla scorsa notte sono stati colpiti 140 obiettivi militari e gli attacchi continueranno anche nella giornata di oggi. In tarda mattinata, una fonte della sicurezza libanese ha riferito di un nuovo attacco missilistico alla periferia di Beirut. E proprio nella capitale del Libano, riferiscono i media israeliani, l’Idf avrebbe preso possesso della torre di controllo dell’aeroporto. Un volo della compagnia iraniana Qeshm Fars Air, proveniente da Teheran e diretto in Libano o in Siria, è tornato indietro nelle prime ore di questa mattina dopo che gli è stato negato l’atterraggio a Beirut.

La risposta di Hezbollah

Dopo aver confermato la morte del suo leader, Hassan Nasrallah, Hezbollah ha annunciato che continuerà a portare avanti la sua lotta armata contro Israele: «La leadership di Hezbollah – si legge nel comunicato – giura al martire più nobile, sacro e prezioso della nostra lotta costellata di sacrifici e martiri, che continuerà il suo jihad contro il nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina, e in difesa del Libano e del suo popolo resistente e nobile».

Israele teme ritorsioni

L’uccisione di Nasrallah fa alzare anche il livello di allerta nello Stato di Israele. Da oggi, ha riferito il ministro della Difesa Yoav Gallant, vige il divieto di assembramenti superiori a mille persone in diverse zone del Paese: «Ci aspettano giorni difficili», ha detto il colonnello Daniel Hagari, portavoce dell’Idf. «Ci sono altri compiti da portare a termine, a cominciare dal rilascio degli ostaggi prigionieri a Gaza, il rientro degli sfollati nel nord e nel sud di Israele», ha aggiunto. Le scuole continuano ad essere aperte ma, per esempio, le partite di calcio ed eventi con molte persone sono vietati. Il governo di Tel Aviv teme ritorsioni da parte di Hezbollah, il cui arsenale – fa sapere sempre l’Idf – rimane in gran parte intatto nonostante i raid israeliani. «La minaccia non è scomparsa», ha detto un portavoce dell’esercito israeliano, ed «è sicuro supporre» che Hezbollah risponderà.

In copertina: Un gruppo di donne iraniane di fronte a un poster che raffigura Ali Khamenei e Hassan Nasrallah, Teheran, 27 settembre 2024 (EPA/Abedin Taherkenareh)

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