Chiara Petrolini e quella risposta gelida data alla madre. «Ma come hai fatto?». Lei: «Come hai fatto te a partorirmi»
Chiara Petrolini sarebbe stata violentata due anni fa da un amico. Una violenza mai denunciata. Un tassello, l’ultimo, sulla studentessa universitaria che ha partorito, probabilmente ucciso e nascosto i cadaveri dei suoi due neonati a distanza di un anno l’uno dall’altro e all’insaputa di tutti. Repubblica è tornata, con Romina Marceca, a Traversetolo, comune alle porte di Parma e parla di un aspetto che presto potrebbe dare una nuova svolta sulla vicenda. Il gip Luca Agostini lo ha scritto nero su bianco nelle motivazioni degli arresti domiciliari sulla 22enne: è una persona che «ha dimostrato disprezzo per la vita umana». Parole pesanti e sui cui la procura starebbe valutando, secondo quanto riporta il quotidiano, di presentare ricorso per ottenere la detenzione in carcere. Il giudice punta sulla reiterazione del reato perché c’è il rischio che «Chiara, se lasciata libera, commetta altri reati della medesima specie tenuto conto della sua personalità dalla quale si desume la pervicacia dimostrata nel cercare l’occasione per concretizzare il suo proposito. Studiando per mesi il modo di non sperimentare l’esperienza della maternità, con una costanza degna di miglior causa».
La domanda della madre e l’estetista e la discoteca dopo aver seppellito il secondo bambino
Non si ferma Chiara quando, questo emerge dalle carte, la madre le chiede attonita: «Ma come hai fatto?». Lei risponde: «Come hai fatto te a partorirmi». E ancora, sempre nell’interrogatorio, l’atteggiamento della giovane, il giorno dopo aver seppellito il secondogenito: estetista in giornata e la sera a ballare in un locale. E davanti alle domande dei pm ha poi detto: «Mi sentivo bene, per questo sono uscita». Per i pm Chiara non cambia «poiché il pentimento che ha mostrato non appare sincero dato che è irrimediabilmente contaminato dalle bugie che ha speso per cercare di ridimensionare la propria responsabilità anche quando posta di fronte all’evidenza». Come quando a New York arriva la notizia di quei bambini ritrovati nel giardino di casa e lei commenta incredula a parenti ed amici: «Ma chi può aver fatto una cosa del genere?». Per ora la giovane è ai domiciliari, senza braccialetto: «tenuto conto dell’effetto deterrente che sarà moltiplicato dall’essere la prima esperienza detentiva per Chiara e del controllo che sarà esercitato dai familiari conviventi».
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