La Crazy For Football è campione europeo: la storia dei matti di calcio più bravi d’Europa

Il racconto del Fatto Quotidiano sulla realtà creata da un’idea dello psichiatra Santo Rullo: dare un pallone ai giovani ospiti nei dipartimenti di salute mentale

Crazy for Football nasce nel 1994 dalla mente dello psichiatra Santo Rullo, offrendo l’opportunità di far giocare a calcio i ragazzi dei dipartimenti di salute mentale. E negli anni si è trasformata in una vera e propria nazionale di calcio a 5. A raccontare la sua storia è oggi Il Fatto Quotidiano. La squadra ha vinto un torneo mondiale in Giappone (2018) e i campionati europei di Roma, chiusi domenica. Campioni d’Europa, come racconta Gabriele Giovinetti, schizofrenico ma una saracinesca alla porta. Nel 2020 è stato selezionato da Enrico Zanchini, l’allenatore della Nazionale italiana dei “matti per il calcio”, i pazienti psichiatrici più forti del Paese. Giovinetti ha due sogni: «Appena torno a Brescia devo assolutamente finire il mio percorso, sono residente in una comunità per tossicodipendenze e disabilità mentali. Voglio completare l’esperienza al Sert senza sporcare la mia ‘fedina di assuefazione’. E vincere questi Europei». Il secondo è andato in porta: con la coppa della Dream Euro Cup.


Il miracolo di Crazy for Football

La nazionale di Rullo e del ct Zanchini, spiega il Fatto, è ricca di storie. «Ci sono tre migranti», racconta Santo. «Alex è partito dal Ghana da minorenne, ha impiegato un anno per raggiungere la Libia, poi un altro anno di attesa bloccato lì, e poi il barcone, l’Italia, la solitudine, i problemi con la giustizia e quelli psichiatrici. Oggi lavora, è in carico ai servizi di salute mentale, è rinato». Poi c’è Peppe, Giuseppe Cardilli. Promotore di un festival sulla salute mentale a Cori, in provincia di Latina, l’InSania Fest. «Ho cominciato a stare male a 15 anni (oggi ne ha 36, ndr). Mi sono allontanato da tutti, avevo pensieri ossessivi. A 24 anni ho avuto un esordio psicotico e il mio primo tso». E aggiunge: «Finché la società sarà basata su competizione e profitto, sul concetto di prevaricazione dell’individuo sull’individuo, le persone continueranno ad ammalarsi. Il nostro progetto promuove un’altra visione: la solidarietà, solo così possiamo trovare un posto nel mondo».


(foto da Crazy for Football/Fb)

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