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Dopo il Libano Israele colpisce in Yemen: fuoco e fiamme a Hodeida e Ras Issa. Ieri gli Houthi avevano tentato di colpire Tel Aviv – Foto e video

29 Settembre 2024 - 17:00 Redazione
I raid dello Stato ebraico su obiettivi strategici per la milizia sciita. Il porto di Hodeida era già stato colpito pesantemente due mesi fa

Mentre proseguono i raid israeliani sul Libano per tentare di assestare altri duri colpi a Hezbollah, piegato venerdì dall’eliminazione di Hassan Nasrallah e di decine di altri comandanti di rango, Israele ha colpito oggi anche in Yemen. Diverse esplosioni sono state riportate nel pomeriggio al porto di Hodeida, snodo logistico cruciale per i ribelli Houthi, che da ormai quasi un anno – all’indomani della strage del 7 ottobre – prendono di mira lo Stato ebraico con lanci di droni e razzi. Solo ieri la milizia sostenuta dall’Iran aveva tentato di colpire direttamente Tel Aviv e nella fattispecie l’aeroporto Ben Gurion in concomitanza con l’arrivo nel Paese di Benjamin Netanyahu di ritorno dalla visita all’Onu a New York. Missile balistico intercettato ancor prima di entrare nello spazio aereo israeliano, come la maggior parte di quelli sparati dagli Houthi. Ma azzardo inaccettabile per Israele. Che a operazione conclusa ha confermato quanto avvenuto: «Decine di aerei dell’Aeronautica militare (Iaf), da combattimento, da rifornimento e dell’intelligence, hanno attaccato a 1.800 chilometri da Israele le aree di Ras Issa e Hodeidah nello Yemen», ha fatto sapere la stessa Iaf. Secondo il canale libanese Al Mayadeen, Israele avrebbe preso di mira in particolare depositi di carburante e impianti di stoccaggio di petrolio. Fonti yemenite riferiscono però che anche l’aeroporto di Hodeida sarebbe stato colpito. Non si sa al momento se ci siano morti o feriti. Israele aveva già colpito l’area controllata dagli Houthi con un pesante bombardamento lo scorso 20 luglio.

La decapitazione di Hezbollah

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che l’alto funzionario di Hezbollah Nabil Kawak è stato ucciso in un attacco aereo la scorsa notte a Beirut. A riferirlo il Times of Israel. Secondo l’Idf, Kawak era il comandante dell’unità di sicurezza preventiva di Hezbollah e un membro anziano del consiglio centrale di Hezbollah. Kawak «era direttamente coinvolto nell’avanzare attacchi terroristici contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, anche negli ultimi giorni», ha sostenuto l’esercito. I jet da combattimento hanno colpito e ucciso Kawak nel sobborgo di Dahiyeh a Beirut, una nota roccaforte di Hezbollah, la scorsa notte. In Medio Oriente ha poi dichiarato il capo della diplomazia del governo di Teheran, Abbas Araghchi «tutto è possibile, anche la guerra». Le sue parole, da New York all’agenzia iraniana Fars: «Tutti dovrebbero essere consapevoli del fatto che la situazione è assolutamente esplosiva e che tutto è possibile, anche la guerra». Araghchi non ha risparmiato accuse a Israele e ha affermato che per questo l’Iran ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu.

Le mosse via terra dell’Idf

Funzionari statunitensi hanno dichiarato ad Abc News che operazioni su scala ridotta dell’esercito israeliano in territorio libanese «potrebbero essere iniziate al confine con il Libano, o potrebbero essere sul punto di iniziare» per eliminare le posizioni di Hezbollah. Israele non sembra aver ancora deciso se lanciare un’operazione di terra, ma è pronto a farlo, hanno detto i funzionari, aggiungendo che se un’operazione di terra avrà luogo, la sua portata sarà probabilmente limitata.

Come è stato ucciso Nasrallah

Un lavoro lungo mesi (cruciale un colpo in Siria), il «bluff» sulla tregua, Nasrallah che si fida del viaggio a New York di Netanyahu e va quindi al summit di persona. Ma non era solo, ma seguito dall’intelligence. Queste le ultime mosse, le più importanti, dietro l’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera durante il viaggio verso gli Usa, a bordo del jet Wing of Zion, Netanyahu è stato aggiornato dai militari sulla preparazione, e nella notte di giovedì ha convocato da remoto i ministri interessati. Una riunione lunga, conclusa alle 4 del mattino. Il premier aveva
dato luce verde ma l’ordine definitivo è arrivato dopo un nuovo summit con l’Idf, fatto prima del
suo discorso al Palazzo di Vetro. Secondo la ricostruzione del Jerusalem Post i generali sono quindi entrati nella situation room avendo in mano la «carta rossa» e la soffiata finale sulla presenza di Nasrallah. Utile, anzi preziosa l’azione chiusa a Maysaf, località siriana, dove Israele ha distrutto un centro per la produzione di armi e portato via con un’azione elitrasportata documenti rilevanti. Una mossa fatta in parallelo all’esplosione dei cercapersone modificati in ordigni.

Lo squadrone

A svolgere la missione, riporta Repubblica, è stato lo Squadrone numero sessantanove, un’unità d’élite dell’aeronautica israeliana. Sul quartier generale di Hezbollah sono state sganciate 80 bombe. Il ministero della Sanità libanese dice che i morti sono sei e i feriti novantuno, ma il bilancio è destinato a salire. Il sessantanovesimo squadrone è formato per metà da piloti riservisti. Gli stessi piloti che nel marzo
2023, al culmine delle proteste popolari contro la riforma della giustizia proposta del premier Netanyahu, annunciarono che non avrebbero preso parte a un’esercitazione in segno di protesta contro il premier. Poi il rapporto con il governo fu recuperato. Oggi l’azione che suggella l’ottimo legame.

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