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Lazza – Locura

Un album molto particolare quello proposto da Lazza. Intanto è molto molto lungo, diciotto canzoni possono risultare adeguate se dentro c’hai l’Orlando Furioso, ma Lazza dentro non c’ha l’Orlando Furioso, anzi, non si capisce nemmeno bene di cosa si sta parlando. Nel senso: Locura è evidentemente un disco verità e noi apprezziamo, figuriamoci. Apprezziamo questa malinconia nel raccontare l’altra faccia della medaglia del successo, quella che non sbrilluccica di platino, apprezziamo la visione romantica, anche quando un pò arrabbiata, dinanzi alle cose della vita, che siano l’amore, la carriera, il successo. Va bene tutto, se non fosse che, volendo includere Estraneo, in featuring con Guè, che è la traccia (la numero 11) che ci ha convinti più di tutte, diremmo che quello che doveva essere detto era ampiamente già detto. E allora le altre 7? Una piccola tortura, non una roba medievale eh, più una visita dal dentista. Tant’è che, lo ammettiamo, siamo usciti piuttosto storditi dall’ascolto per intero dell’album, ad un certo punto il timore era che durasse per sempre, che non ci fosse una vita oltre questo disco, che Dolcevita (traccia numero 18) fosse sopportabile solo perché prima viene 100 Messaggi, che è non solo il miglior pezzo (già edito) di Locura ma di certo uno dei migliori pezzi di Lazza in generale. Detto ciò, non condividiamo il clamore attorno alle produzioni di Drillionaire, secondo il tribunale della rete alcuni pezzi ne ricorderebbero altri; noi non commentiamo perché fa veramente ridere che nel mondo del rap di oggi, in cui l’omologazione non è solo altamente praticata ma ferocemente inseguita, si parli di plagi, anche quando vaghi. Drillionaire ha dato un suono ben definito a Locura, forse non troppo dinamico, forse su diciotto tracce speravamo in qualche sperimentazione in più, qualche guizzo, qualche colore, invece ci sembra tutto abbastanza ben fatto ma piatto. La parentesi innegabilmente pop del Lazza sanremese di Cenere possiamo considerarla chiusa, non ce n’è traccia, la Pausini nel pezzo di apertura sembra più che altro sfruttata per quel che può dare, ma l’album è puro rap, nessun purista avrà da lamentarsene. Oggi Lazza ci appare assai serioso ma non risolto come artista, Locura non rappresenta un punto di arrivo ma un passo nella corsa di chi è destinato a fare grandi cose, almeno finché l’hype del genere rimarrà a certi livelli. Ci ha convinto Abitudine, ci ha convinto -3 (Prendere il volo) con il sempre ottimo Marracash che, a dire il vero, quando interviene, fa ombra su tutto e tutti, non c’è niente da fare. Ci ha convinto Canzone d’odio in featuring con la star internazionale Lil Baby, uno sfizio tolto per lui, gradevole per noi. Niente male Casanova con Artie 5ive e, come già detto, Estraneo, nella quale si mette in bella mostra il miglior Guè possibile. Locura non è un album sbagliato, l’unico problema è che la tira così tanto per le lunghe che alla fine in mano resta pochino, solo un ricordo sbiadito, qualche immagine, qualche barra, ma niente di più.