«Come si uccide a mani nude», le ricerche on line del 17enne che ha ucciso Maria Campai (incluse le chat in cui insulta Giulia Cecchettin)

Così il giovane, ora in carcere, ha premeditato l’omicidio della 42enne romena. Il padre: «Non può aver fatto tutto da solo»

Il 17enne che ha ucciso Maria Campai la sera del 19 settembre, a Viadana, ventimila abitanti in provincia di Mantova, ha studiato da killer. A rivelarlo, riporta oggi il Corriere della Sera, le ricerche del giovane su Google prima dell’appuntamento con la vittima e prima del delitto. Cercava come strangolare a mani nude, in quali punti del volto sferrare pugni. Ricerche, riporta la testate, spasmodiche insieme a quelle di pratiche di sesso estremo. Il ragazzo si trova in carcere con l’accusa di aver premeditato ed eseguito l’omicidio, con strangolamento, della 42enne romena, attirata nel garage di casa con la promessa di un appuntamento, fissato in un sito d’incontri. Nello smartphone del 17enne abbondano le foto di svastiche e chat con coetanei dove si insulta, per esempio, Giulia Cecchettin, uccisa nel 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Domattina gli specialisti del Ris dei carabinieri ispezioneranno il box per acquisire eventuali elementi aggiuntivi. Gli inquirenti sono convinti della sua colpevolezza e non sospettano altri complici. Dopo l’omicidio il ragazzo ha “sepolto” il cadavere, pulito lo spazio dalle tracce ematiche e ha condotto la sua vita come se nulla fosse. Ha cenato con mamma e papà, è sceso in garage per navigare in
pace sul cellulare, è risalito in casa per stendersi a letto.


Il padre: «Ha avuto un complice, non può aver agito da solo»

Il padre del giovane, intercettato dal Corriere della Sera e di ritorno dalla caserma dei carabinieri per dare un primo borsone di vestiti destinato al ragazzino in prigione, stenta a crederci. Ed era convinto che quella sera il figlio fosse in palestra, come sempre. «Non mi ha dato una preoccupazione. Può chiedere in
giro e diranno che si tratta di un ragazzino calmo, sereno». Sospetta che però non abbia fatto tutto da solo: «Quando ha trascinato il cadavere nel giardino, oltre la rete c’era uno che lo aiutava. Lo dico perché
sarebbe illogico se non fosse successo». I complici, secondo l’uomo «vanno trovati».


(in copertina il box in cui è avvenuto l’omicidio, foto Ansa/Carabinieri)

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