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L’assurda teoria della nicotina e il grafene nei vaccini Covid

30 Settembre 2024 - 09:32 Juanne Pili
Dopo aver diffuso falsità sui vaccini, i complottisti propongono "soluzioni" infondate

Diverse condivisioni Facebook mostrano una clip tratta da uno dei tanti interventi di Ricardo Delgado Martin, uno dei più noti sostenitori delle teorie del complotto basate sulla presunta presenza di ossido di grafene (per approfondire leggi qui) sotto forma di nano-tecnologie nei vaccini Covid. Questa narrazione è stata sviluppata anche da altri guru del complottismo, come abbiamo visto qui, qui e qui. Così le storie basate sul grafene hanno ottenuto un discreto successo negli ambienti No vax.

Per chi ha fretta:

  • Una clip mostra Delgado Martin proporre un rimedio a base di nicotina contro una presunta rete di biosensori presenti in un anestetico odontoiatrico.
  • Lo stesso personaggio ha sostenuto che tali nano-strutture siano presenti nei vaccini Covid e siano composte di grafene.
  • Nulla di quel che viene mostrato ha un minimo di fondamento per via della mancanza di un metodo scientifico che lo certifichi.

Analisi

Ecco un esempio di come si presentano le anteprime della clip in oggetto sulle teorie di Delgado Martin in merito al grafene nelle condivisioni Facebook:

L’ossessione di Delgado per il grafene

Martin ha collaborato alle “ricerche” di Pablo Campra, rivelatesi totalmente prive di fondamento (ne abbiamo trattato anche qui e qui). Rispetto ai contenuti precedentemente trattati, stavolta si propone una “cura” a base di nicotina, ovvero una sostanza psicoattiva che crea dipendenza e non proprio sicura per l’organismo, a prescindere da come viene assunta. Le stesse presunte nano-strutture vengono viste stavolta anche in altre sostanze, come un «anestetico odontoiatrico essiccato per 30 giorni». Ma invece di dedurre che forse allora c’è un problema negli strumenti e nei metodi utilizzati, che portano a confondere delle impurità o altri fenomeni comuni col presunto grafene, si estende la cospirazione. Per la precisione Delgado parla di una «rete di biosensori presente nel corpo ed introdotta attraverso un anestetico locale». Così ora non solo i vaccini, ma anche altri farmaci sarebbero contaminati apposta dai poteri forti. Siamo di fronte a un esempio di dissonanza cognitiva. L’abbiamo trattata anche in altre narrazioni cospirative, per esempio qui, qui e qui.

Dunque parliamo di personaggi, che come Delgado Martin, dopo i vaccini continuano a vedere il grafene in ogni dove, ma invece di ammettere che c’è un errore nel loro metodo di ricerca, concepiscono un complotto volto a diffondere nano-strutture misteriose ovunque. La dissonanza cognitiva può verificarsi proprio quando siamo di fronte a due realtà contrastanti, una forte e l’altra più debole: vedo sostanze che interpreto come nano-strutture di grafene nei vaccini; ma ne vedo di identiche anche altrove. 

Esempi tratti da “studi” precedenti dove secondo Delgado Martin si vedrebbero nano-strutture in grafene nei vaccini.

Per compensare questo divario dobbiamo supporre che ci sia un complotto dei potenti volto a provocare tali contaminazioni, con uno scopo preciso: per esempio il controllo delle masse e/o abbassare il numero di abitanti del Pianeta. A tale scopo siamo spinti a cercare dati che confermino le nostre ipotesi, ignorando quelli che le smentiscono (bias di conferma); grazie anche alla facilità con cui otteniamo informazioni in rete sull’argomento, a prescindere dalla loro qualità e contesto.

Le stesse presunte nano-strutture si troverebbero secondo Delgado Martin in un anestetico. Nell’immagine tratta dalla clip in oggetto le vediamo “aggredite” dalla nicotina.

Ricordiamo quanto sia fuorviante pretendere di dimostrare che una sostanza possa essere usata come farmaco da mere ricostruzioni in vitro. Sarebbe come proporre di ingerire un acido, in quanto nei vetrini si vede che distrugge qualsiasi patogeno gli metti davanti. Piuttosto bisogna vedere a monte se quel che stiamo vedendo corrisponde a un fenomeno che avviene realmente. Ecco per esempio l’immagine raffigurante di un cristallo di colesterolo individuato nelle urine, estremamente simile alle fantomatiche nano-tecnologie citate dal “ricercatore”.

Conclusioni

Le domande che ci poniamo sulle immagini che Delgado Martin riporta in merito al grafene nei vaccini o altrove, restano sempre le stesse: che controlli sono stati eseguiti sugli strumenti? I fenomeni immortalati se si cominciano a vedere pressoché identici anche in contesti differenti, non è che per caso si spiegano più probabilmente con impurità nei vetrini utilizzati o nei campioni raccolti? Quali conseguenze di rilievo si vedrebbero nella popolazione associate a tali contaminazioni? A quali riviste peer review sarebbero state sottoposte le analisi? In assenza di risposte esaustive a questi quesiti lo scetticismo è d’obbligo, specialmente se vengono proposte “soluzioni” potenzialmente pericolose, come l’assunzione di nicotina, a “problemi” che si spiegano molto meglio con la dissonanza cognitiva di presunti esperti, o sedicenti tali.

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