Concordato preventivo biennale per autonomi e partite Iva: la sanatoria senza sanzioni del governo
Chi aderirà al concordato preventivo biennale 2024-2025 potrà regolarizzare le somme evase nel periodo 2018-2022. Lo prevede un emendamento della maggioranza al decreto Omnibus approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze. Il concordato interessa una platea potenziale di 4,5 milioni tra autonomi e partite Iva. Il ravvedimento operoso prevede che i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al concordato preventivo biennale pagheranno aliquote tra il 3 e il 15% sui maggiori redditi dichiarati nei due anni. E potranno sanare le somme evase nel quinquennio precedente. Vediamo come e perché.
L’assenza di sanzioni
L’impianto della sanatoria prevede un costo ridottissimo, senza sanzioni e interessi. Il calcolo della maggiorazione, spiega oggi Il Sole 24 Ore, prevede una maggiorazione forfettaria del 5% per chi ha un voto Isa massimo, fino al 50% per chi ha una maggiore inaffidabilità fiscale. All’imponibile si applicherà un’imposta sostitutiva articolata su tre aliquote, come per i versamenti del concordato preventivo. E che sarà del 10% per i voti Isa dall’8 in su; del 12% per i voti dal 6 all’8; del 15% per chi non raggiunge la sufficienza. È possibile anche sanare l’Irap con un’aliquota unica del 3,9%. Lo sconto è del 30% per il 2020 e il 2021, l’era di Covid-19. La sanatoria si chiude il 31 marzo 2025 con il versamento in un’unica soluzione o con 24 rate mensili.
I termini di accertamento
L’adesione al concordato preventivo biennale comporta un aumento dei termini di accertamento. Che arriveranno fino al 31 dicembre 2027 per chi sceglie il ravvedimento. Sarà invece più contenuto (un anno) per chi accetta solo il risultato del fisco con il concordato.
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