Il centrodestra litiga pure sulle elezioni in Austria. Salvini: «Il popolo ha premiato gli amici di Fpo». Tajani: «Isolare i rigurgiti neonazisti»
L’estrema destra austriaca festeggia il risultato alle elezioni legislative: Fpo è il primo partito, con il 29,2% dei voti e 58 seggi in Parlamento. Non sarà facile, però, formare un governo: le altre forze politiche, al momento, sono indisponibili a coalizzarsi con Herbert Kickl. Il quale sembra avere più sponde da questo lato dell’Alpi. Il vicepremier Matteo Salvini, tra tutti: «Il popolo austriaco ha votato e ha premiato i nostri amici e alleati, una giornata storica nel nome del cambiamento. A chi parla di “estrema destra”, ricordiamo che a Vienna, come in quasi tutta Europa, di estrema c’è solo la voglia di cambiare rimettendo al centro i valori del lavoro, della famiglia e della sicurezza». Il segretario della Lega, storicamente alleata dell’Fpo, ospiterà una delegazione del partito sul palco di Pontida, il prossimo 6 ottobre.
All’esultanza di Salvini, tuttavia, corrisponde la presa di distanze dell’altro vicepremier dell’esecutivo Meloni. «Credo che si debba trovare una forma di governo diversa, magari con liberali e socialisti, a guida popolare, perché di fatto il partito popolare è il più forte dopo estrema destra», afferma Antonio Tajani. Il segretario di Forza Italia, poi, attacca frontalmente gli alleati di Salvini: «Bisogna isolare tutto quello che fa pensare a rigurgiti neonazisti», e conclude ricordando che «l’estrema destra da sola non è in grado di vincere, come si è visto anche in Francia». Parole alle quali, nella mattinata del 30 settembre, arriva subito la replica di Salvini: «Stamattina qualcuno parlava di nazismo: c’è qualcuno che dorme male, che mangia pesante, perché non penso ci sia l’allarme neonazista in Francia, in Germania, in Austria e in Olanda». L’Fpo «sarà a Pontida e nessuno si offenda».
Gli attacchi a Tajani della Lega: «In Austria decidono gli elettori, non lui»
Alla precisazione del segretario del Carroccio, segue la batteria di esponenti della Lega. Chi cita direttamente Tajani, attaccandolo, è il capo delegazione leghista al Parlamento europeo, Paolo Borchia: «È ridicolo definire l’Fpo nazisti. Quando le forze di establishment vengono sonoramente bocciate alle urne, iniziano a vedere fascisti e nazisti ovunque. Politicamente inaccettabile, a poche ore dalla commemorazione dell’eccidio di Marzabotto, parlare di fascismo e nazismo, utilizzando strumentalmente orrori con una pratica che appartiene alla sinistra senza argomenti. A decidere in Austria sono gli elettori, non Tajani». Bisognerà attendere le consultazioni del presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, per capire se Il Partito popolare austriaco del cancelliere Karl Nehammer – che ha ottenuto il 26,5% dei voti e 52 seggi -, e i socialdemocratici di centrosinistra – 21% dei voti e 41 seggi – proveranno a formare un governo senza l’Fpo.
L’esultanza degli indipendentisti altoatesini
Intanto, in Alto Adige, diversi esponenti della destra tedesca gongolano per l’esito elettorale di Vienna. Sven Knoll, segretario della Südtiroler Freiheit, afferma che «gli elettori austriaci si aspettano ora che questo risultato venga riconosciuto dagli altri partiti. Una coalizione di perdenti, come quella che si è formata in Alto Adige dopo le elezioni regionali, sarebbe un’inosservanza dei risultati elettorali». L’Fpo, per Knoll, adesso è un partner forte con cui portare avanti battaglie utili – a suo dire – per gli altoatesini: «La doppia cittadinanza per i sudtirolesi, il ripristino e l’ampliamento dell’autonomia e l’ancoraggio della funzione di tutela nella Costituzione austriaca sono questioni chiave che devono essere affrontate rapidamente. Anche la grazia ai combattenti per la libertà che hanno lottato per l’indipendenza dell’Alto Adige rimane un obiettivo importante». Plaude anche l’altro partito indipendentista di destra dell’Alto Adige, il Die Freiheitlichen: «Il risultato delle elezioni segna una pietra miliare sulla strada del cambiamento politico in Europa. Gli austriaci sono pronti a proseguire il cammino con il cancelliere Kickl, per affrontare finalmente le sfide urgenti, invece di rimandarle ulteriormente», sostiene il presidente del partito, Roland Stauder.
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