Lagarde fa suo l’appello di Draghi: «L’Ue si unisca e investa o resterà indietro». E pizzica la Germania sul caso Unicredit-Commerzbank – Il video

«Le fusioni bancarie transfrontaliere sono auspicabili», ha ribadito la governatrice della Bce in audizione al Parlamento europeo

«Il mondo sta cambiando rapidamente e l’Europa sta restando indietro». È l’allarme lanciato oggi della presidente della Bce Christine Lagarde in audizione al Parlamento europeo, che fa eco a quello ribadito più volte nelle scorse settimane da Mario Draghi con la presentazione del suo rapporto sul futuro dell’Ue. Per Lagarde, «la diagnosi e la soluzione sono chiare: l’Ue deve unirsi e affrontare le sfide strutturali per aumentare la propria competitività». In concreto, ha esortato la governatrice della Bce, servirà far progredire l’unione dei mercati dei capitali, così come restano indispensabili gli sforzi per rafforzare la resilienza e la decarbonizzazione del sistema economico. Tutto ciò però, è l’avvertimento agli europarlamentari ma soprattutto agli Stati membri, «richiederà investimenti sostanziali nei prossimi anni, che devono provenire sia da fonti private che pubbliche». Lagarde insomma sembra fare sue al 100% tanto l’analisi quanto la call to action di Draghi all’Europa del 2024: se vuole restare rilevante nel prosieguo del Ventunesimo secolo, deve mettere sul piatto risorse all’altezza degli obiettivi che intende perseguire – pace, prosperità, indipendenza strategica. «Come osservò una volta Jacques Chirac – ha concluso il richiamo Lagarde – la costruzione dell’Europa è un’arte. È l’arte del possibile”».


Il messaggio ai tedeschi su Unicredit

Nell’audizione all’Europarlamento Lagarde ha però ribadito un principio chiave della costruzione economica europea tutt’altro che irrilevante rispetto alle vicende bancarie delle ultime settimane. «Le fusioni bancarie transfrontaliere sono auspicabili», ha scandito la presidente della Bce. «Non faccio osservazioni su fusioni specifiche», ha sottolineato. Ma la dichiarazione non può non risuonare chiara a chi in Germania, dai sindacati su fino al governo, ha alzato nelle ultime settimane le barricate contro la salita di Unicredit nel capitale di Commerzbank. Operazione di mercato che a Berlino molti hanno giudicato ostile, ma che Lagarde conferma di fatto essere non solo nella logica delle cose, ma pure potenzialmente benefica in ottica europea. Così come si sottolineava da giorni con malcelato fastidio non solo da parte di Unicredit, ma pure del governo e della politica italiana. Certo, ha riconosciuto Lagarde, si tratta di operazioni «non prive di rischi», ma la valutazione di questi non deve spettare ad altri se non a chi vi si avventura. Sul piano macroeconomico, come già sottolineato pochi giorni fa dalla Commissione Ue, resta il fatto che le fusioni transfrontaliere hanno il potenziale di «rendere le banche europee più competitive rispetto a quelle americane o cinesi», dunque vanno sostenute.


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