Cartelli contro Liliana Segre e minacce antisemite dal palco, la procura indaga sul corteo pro-Palestina: nel mirino anche Chef Rubio

La procura di Milano pronta ad aprire un fascicolo con l’ipotesi di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa

La procura di Milano è pronta ad aprire un fascicolo con l’ipotesi di reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa in relazione alla manifestazione pro-Palestina di sabato scorso a Milano, nel corso della quale sono stati portati in corteo cartelli che additavano come «agenti sionisti» una serie di personalità pubbliche, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre e il ministro della Difesa Guido Crosetto. La procura guidata da Marcello Viola è pronta ad agire sulla base delle prime denunce ricevute e dell’informativa della Digos, nella quale vengono indicati pure i nomi degli agitatori che potrebbero ora essere indagati. Tra questi, riferisce l’Ansa, c’è anche Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, noto sui social soprattutto per la sua battente campagna «anti-sionista». Sabato dal palchetto della manifestazione milanese il 41enne romano ha pianto la scomparsa del «fratello Nasrallah» e esortato la folla presente a compattarsi per contribuire all’estirpazione di quella che ah definito «la colonia sionista», puntando il dito pure contro il presunto attivismo delle comunità ebraiche nel sostenere le azioni militari di Israele. Ciliegina sulla torta che potrebbe ora portare nuovamente sotto indagine Chef Rubio, l’incitamento lanciato dal palco del corteo Carc a segnalare con lo spray le abitazioni di chi sostiene Israele.


L’allarme in vista del 7 ottobre

Esternazioni che già ieri avevano portato il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi a lanciare l’allarme sul fatto che «siamo a un passo dalla caccia all’ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non e dei loro rappresentanti». Il tutto quando mancano ormai pochi giorni all’anniversario dell’inizio della grande crisi in Medio Oriente, con la strage del 7 ottobre nel sud di Israele, che i collettivi pro-Palestina progettano di commemorare con una manifestazione che incensa quella data come «rivoluzionaria». Un corteo vietato nelle scorse settimane dalla Questura di Roma per ragioni di ordine pubblico, ma cui proprio oggi gli organizzatori hanno ribadito di non essere disposti a rinunciare, annunciando di aver avviato l’iter di ricorso al Tar contro la «decisione politica unilaterale e arbitraria che nulla ha a che vedere con l’ordine pubblico». «Siamo fiduciosi che il Tar possa intervenire e sventare quello che riteniamo possa essere un grave precedente antidemocratico, che permette di manifestare solo a coloro che sostengono idee politicamente compatibili o affini con la linea delle autorità», ha detto all’Ansa Khaled El Qaisi, rappresentante dell’Unione democratica arabo-palestinese (Udap).


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