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Omicidio Vincenza Saracino, arrestato in Venezuela il presunto assassino: trascorse la notte da parenti prima di lasciare l’Italia

30 Settembre 2024 - 13:54 Ugo Milano
vincenza saracino omicidio sospettato arresto
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Il fermo, grazie alla polizia criminale venezuelana, è avvenuto nel nord del Paese. Il sospettato era tornato in patria subito dopo il delitto

È stato arrestato in Venezuela il presunto assassino di Vincenza Saracino, la 50enne di Preganzionl (Treviso) che lo scorso 2 luglio era stata trovata morta accoltellata in un casolare abbandonato poco lontano dalla sua abitazione. L’uomo, dopo aver commesso l’omicidio, si sarebbe trattenuto per una notte con parenti – residenti lì vicino – per poi partire verso il Venezuela la mattina successiva. Prima ancora che il corpo della vittima fosse rinvenuto dalle forze dell’ordine.

Il fermo del sospettato

Il sospettato italo-venezuelano è stato fermato a Maracay nel nord del Paese sudamericano grazie all’azione coordinata della Seconda Divisone Interpol, dell’Unità di Informazione Passeggeri e della Direzione Centrale della Polizia Criminale venezuelana. L’ordinanza di custodia cautelare era stato concessa dal gip del Tribunale di Treviso grazie alle approfondite indagini della polizia giudiziaria. Numerosi sarebbero, secondo i pubblici ministeri, gli elementi di colpevolezza nei confronti dell’uomo.

Gli eventi del 2 e del 3 luglio

Secondo le indagini, il presunto assassino si sarebbe incontrato con Vincenza Saracino nel pomeriggio del 2 luglio, quando di lei e della sua bici azzurra si erano perse le tracce. Dopo il contatto, avvenuto nei pressi dell’abitazione della vittima, il cittadino italo-venezuelano avrebbe convinto la donna ad allontanarsi da lì con un pretesto ancora non noto. Raggiunto il casolare abbandonato l’avrebbe prima colpita con forza al capo e poi trafitta con cinque coltellate, facendola morire dissanguata. Abbandonata la vittima lì con la sua borsa e la bicicletta, avrebbe poi trascorso la notte a casa di alcuni parenti, ignari dell’accaduto. Il 3 luglio mattina quegli stessi parenti lo avrebbero accompagnato all’aeroporto di Venezia. Da lì un primo volo per Madrid e un secondo per il Sudamerica, dove il sospettato è stato raggiunto.

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