Il dissing tra Fedez e Tony Effe anche nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta in curva. E spuntano rapporti tra Lucci e buona parte della scena rap

Nelle carte dell’inchiesta milanese i rapporti tra la curva ed altri rapper. Ma gli omissis segnalano che le verifiche sono ancora in corso

Nello spiegare il dissing con Fedez, Tony Effe aveva parlato di musica, di sfide più di rima che di sostanza, di un modo di fare rap da duri, ma in ogni caso da persone che prima di tutto fanno musica. Dalle intercettazioni emerse oggi dopo l’arresto del capo ultras del Milan Luca Lucci, viene fuori che, invece, un motivo di scontro concreto c’era. E molto concreto. E che Lucci aveva rapporti non solo con Fedez ma con buona parte dei rapper più noti in Italia, anche se questo secondo filone è parzialmente omissato, a riprova che le indagini sarebbero ancora in corso.


Il dissing

Come emerso subito dopo gli arresti, Fedez aveva rapporti stretti con Lucci, al quale voleva affidare anche la distribuzione della sua bibita, Boem in curva, oltre a chiedergli spesso protezione fisica (Cristian Rosiello, suo bodyguard storico fa anche lui parte dei vertici della curva). I rapporti sono evidenti nella presunta aggressione nei confronti del personal trainer Cristiano Iovino ed è parlando di quei fatti che emerge l’origine della lite con Tony Effe, all’anagrafe Nicolò Rapisarda. Amico personale di Iovino, Tony Effe si sarebbe risentito sia con Fedez sia con Lazza.


E’ Fedez, infatti, a raccontare al telefono con Lucci che Tony Effe sarebbe stato amico personale: «Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l’amico di Tony si fa male. Tony siccome deve fare il ragazzetto ghetto non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso! Perché a casa mia, lo difendi quando c’ha bisogno non dopo, però…adesso ha imbruttito Lazza. Ma zio, ma non può, ma son tutti, ma scusa far brutto a Lazza, vuol dire far brutto a mio figlio, ma ti pare!?” E infatti Lucci risponde subito: “e certo! ma infatti non farà brutto a Lazza, poi vediamo …”. Fedez ancora: “Quando lo chiami tu dice non c’è nessun problema quando gli scrive Lazza dice ci son problemi! sono capace anche io a fare il ragazzo del ghetto così”. Lucci: «Io gli ho detto, Lazza, ma a te ti ha detto così Lui? che dovevi star tranquillo te e i ragazzi della Curva? “no, no, no, te lo giuro”. Gli ho detto, perfetto, io glielo ho chiesto e lui a me lo ha negato anche a me, mi dice, no, ma io non ho mai detto una roba del genere. Appena torna appena tornano … ci parlo io! già gli ho detto a Cancun… devono venire tutti e due al bar!». Lucci sarebbe poi andato alla festa di Capoplaza sempre per parlare della vicenda. E in quell’occasione Fedez avrebbe chiesto a Lucci di affiancargli un bodyguard più “pirotecnico”.

I rapporti tra Lucci e gli altri rapper, e gli omissis

Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina – sulla base delle indagini di Guardia di finanza e Squadra mobile di Milano – ha portato in custodia cautelare 19 persone di cui diversi esponenti di spicco delle tifoserie di Milan e Inter, Lucci ha tessuto rapporti stretti con diversi musicisti. E «il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno), relazioni di carattere lavorativo nel il settore musicale». Il capitolo dell’ordinanza si conclude con un vistoso omissis, ma il gip scrive che gli accordi, avvenuti con pochissimi controlli, hanno portato Lucci a «gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale ( ed in particolare in Calabria), sia internazionale». Elemento fondamentale in queste relazioni è il ruolo di Alex Cologno, ovvero Islam Hagag che aveva già una avviata rete di relazioni con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese. Ma, appunto, come segnala l’omissis, le indagini porteranno ad ulteriori sviluppi.

Alex Cologno e le cosche calabresi

Cologno/Hagag sarebbe riuscito grazie alle sue relazioni a organizzare i tour in Calabria di diversi artisti, stabilendo un rapporto stretto in particolare a Roccella Jonica, provincia di Reggio Calabria. Un legame non solo coi politici locali, ma pure con alcuni esponenti dei clan locali. Sarebbe addirittura arrivato a discutere di questi affari con Ciccio Barbaro, che lui chiamava amichevolmente il “cugino Ciccio”, figlio di Rocco Barbaro, uno dei più importanti esponenti della ndrangheta jonica. Cologno sarebbe andato anche a Platì, in Aspromonte, per presenziare ad una cresima di una parente dell’esponente del clan finito indagato con Lucci per traffico di droga e avrebbe una “relazione stabile” con una nipote dell’ex capo mandamento della Lombardia.

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