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Arresti nel mondo ultras, perquisita anche la casa di Emis Killa

01 Ottobre 2024 - 13:54 Ugo Milano
Il rapper avrebbe avuto dei business in comune con due leader della Curva Sud. Rimane comunque non indagato, così come gli altri artisti citati dagli atti dell'indagine

Nell’ambito della maxi operazione che ha portato allo smantellamento dei vertici degli ultrà di Milan e Inter, nella giornata di ieri è stata perquisita la casa del rapper Emis Killa a Bernareggio, in provincia di Monza. L’artista 34enne, all’anagrafe Emiliano Rudolf Giambelli, compare più volte negli atti d’indagine ed è descritto come «in rapporti» con Luca Lucci, il capo della Curva Sud da ieri in carcere. Come lui numerosi altri rapper: da Fedez a Lazza, passando per Cancun, Guè Pequeno e Tony Effe. Il rapper, secondo quanto è emerso finora, non sarebbe iscritto nel registro degli indagati: si è trattato di una perquisizione «presso terzi».

L’intreccio Emis Killa – Banditi

All’origine del provvedimento della Procura di Milano ci sarebbero «le relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale» intessute da Lucci con numerose star del rap. Questi rapporti – ha scritto il gip – gli avrebbero permesso di «aumentare in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni». Addirittura Luca Lucci avrebbe avviato «preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale». Questo grazie al suo fedelissimo Hagag Islam, in arte Alex Cologno, ultrà milanista e amicissimo di Fedez.

Secondo l’ordinanza di perquisizione, per il match Milan-Torino dello scorso 17 agosto Emis Killa avrebbe accompagnato con un Suv e ospitato in uno Skybox di San Siro Luca Lucci, la cui presenza era permessa «in virtù di un’autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia, perché “affidato in prova”». In questa occasione, la curva aveva salutato il ritorno al Meazza del suo leader con uno striscione dedicato: «Il Joker ride sempre». Quello di agosto, però, non è stato l’unico incontro tra gli ultrà e il rapper, che non ha mai nascosto la sua fede milanista. Secondo gli atti, ad aprile 2024 Emis Killa era nel gruppo di «Banditi» rossoneri che aggredì uno steward prima di Milan-Roma. Un pestaggio “giustificato” dal fatto che l’uomo non voleva far entrare nello stadio alcuni tifosi senza biglietto. Vicino al rapper sarebbero visibili Francesco Lucci, fratello di Luca, Islam Hagag, Alessandro Stico, Daniele Cataldo e il personal trainer di Fedez Christian Rosiello. Emis Killa sarebbe poi stato in affari con un altro esponente della Sud, Fabiano Capuzzo, in uno studio di tatuaggi facente riferimento a una società dello stesso Luca Lucci.

L’omaggio della Curva Sud a Luca Lucci, il giorno del ritorno a San Siro del capo ultrà milanista

Le altre perquisizioni

Oltre alla casa del rapper, la polizia giudiziaria avrebbe perquisito una cinquantina di dimore a carico di arrestati, indagati e non indagati. Sotto lo scrutinio sono finiti Nino Ciccarelli, storico esponente della Curva Nord, Loris Grancini, capo ultrà juventino ma assiduo frequentatore dei leader milanesi, e il consigliere regionale lombardo Manfredi Palmeri, accusati di corruzione tra privati. Perquisita anche la casa di Pioltello di Antonio Bellocco, erede della cosa di ‘ndrangheta ucciso lo scorso 4 settembre dal leader nerazzuro Andrea Beretta. Non è stato risparmiato neanche Giancarlo Lombardi, storico esponente della Curva Sud con il nomignolo «Sandokan». Colui che ha posto la corona del tifo rossonero in testa a Luca Lucci.

IN COPERTINA: Foto da Instagram di Emis Killa. Da sinistra in ordine: Fabiano Capuzzo, Fedez, Emis Killa, Hagag Islam, Christina Rosiello

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