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Frans Timmermans e la nuova Commissione europea: «Molta opacità nei ruoli, deciderà tutto Ursula von der Leyen»

01 Ottobre 2024 - 11:36 Bruno Gaetani
In un'intervista a «La Repubblica», l'ex vicepresidente dell'esecutivo Ue mette in guardia dall'avanzata dell'ultradestra: «Se ne fregano della democrazia»

«L’Europa ha davanti a sé una sfida esistenziale. Dobbiamo stare molto attenti: la cosa più importante per loro è essere rieletti, non è la democrazia». Ne è convinto Frans Timmermans, che con quel “loro” si riferisce ai partiti di ultradestra che, elezione dopo elezione, stanno entrando nelle stanze dei bottoni un po’ in tutta Europa. All’indomani delle elezioni in Austria, dove l’estrema destra di Fpö è diventata la prima forza politica, l’ex commissario europeo e attuale leader dell’opposizione in Olanda interviene così in un’intervista a Claudio Tito su La Repubblica: «Non dimentichiamo che quel partito è stato fondato da due ufficiali delle SS. La scorsa settimana hanno intonato a una cerimonia una canzone nazista. Queste sono le loro origini. E, ancora più importante per l’Europa di oggi, sono amici di Putin».

L’internazionale sovranista

Secondo Timmermans, la complicità con il regime di Mosca è uno dei tratti che più accomuna le diverse facce della destra europea. «Ricordiamo tutti Salvini che indossava quella maglia con la faccia del presidente russo, dunque capisco chi sono i suoi amici», riflette l’ex vicepresidente della Commissione europea. E a proposito di Geert Wilders, leader dell’estrema destra in Olanda e vincitore alle ultime elezioni politiche proprio contro la coalizione rosso-verde di Timmermans, aggiunge: «Al governo stanno facendo un casino incredibile. Ogni giorno c’è qualcosa di inaccettabile. Quando l’Italia era in difficoltà per la pandemia, poi, Wilders diceva “non un euro all’Italia”. E ora lui e Salvini sono amici?».

Von der Leyen «accentratrice» di poteri

Nell’intervista, Timmermans parla anche della nuova Commissione europea, guidata anche questa volta da Ursula von der Leyen. Secondo l’ex braccio destro della politica tedesca, ci sono lati positivi e negativi del nuovo esecutivo Ue. Tra i lati positivi, Timmermans apprezza l’importanza data «all’industria del futuro e alla Difesa». Tra quelli negativi, fa notare che «per la prima volta da 70 anni i socialisti non hanno un commissario con delega al sociale». Secondo il politico olandese, «c’è molta opacità sui ruoli» e in fin dei conti «l’unica responsabile è Ursula von der Leyen», che «ha organizzato la Commissione in modo tale da avere sempre il controllo e decidere lei su tutto».

Il futuro del Green Deal

Infine, c’è il capitolo Green Deal, quel pacchetto di politiche per l’ambiente e per il clima di cui Frans Timmermans è considerato il principale ispiratore e “padre politico”. «Fortunatamente von der Leyen è stata chiara: le fondamenta del Green Deal non si toccano. Ora l’unica questione è se siamo in grado di andare oltre e di procedere ancora più veloci sulla transizione energetica», osserva l’ex vicepresidente della Commmissione europea. Certo, il clima politico è cambiato rispetto a cinque anni fa. «Vedo un’atmosfera politica diversa, ho qualche preoccupazione in più sulla tutela della natura e sull’agricoltura», aggiunge Timmermans. E quando gli viene cosa comporterebbe un passo indietro su alcuni pilastri del Green Deal, la risposta dell’olandese è netta: «Sarebbe stupido, soprattutto dal punto di vista economico».

In copertina: Frans Timmermans durante un intervento al parlamento olandese, 19 settembre 2024 (EPA/Remko De Waal)

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