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Caos treni, Salvini sotto assedio rinuncia all’evento con Ferrovie. E il post dedicato ai nonni diventa un caso

02 Ottobre 2024 - 14:20 Felice Florio
Le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro dei Trasporti, che però rimane in silenzio (o quasi) dopo i gravi disagi per un guasto alle stazioni di Roma

Più di centro treni cancellati in una sola mattinata, decine i convogli che hanno accumulato ritardi di oltre quattro ore. Un guasto elettrico che ha colpito le stazioni romane di Termini e Tiburtina ha fatto sì che i disagi si irradiassero, come un domino, sui binari di tutto il Paese. Trenitalia consiglia ai passeggeri di «riprogrammare i viaggi» previsti per oggi, 2 ottobre. Mentre la sciagura ferroviaria si diffondeva, sui social cresceva la richiesta di un intervento di Matteo Salvini. Prima, il silenzio del ministro dei Trasporto. Poi, durante un intervento in videocollegamento al 68° congresso degli ingegneri di Siena, il leghista ha pronunciato qualche parola sul disservizio: «Siamo al lavoro per risolverlo il prima possibile. C’è stato un problema elettronico in una centralina questa notte, a Roma. Evidentemente qualcuno non è riuscito a intervenire in tempo». Fine.

La Festa dei nonni

Un pensiero molto più lungo, invece, Salvini ha voluto dedicarlo alla festa dei nonni. Negli stessi minuti in cui migliaia di pendolari e turisti sono rimasti bloccati nelle stazioni, il ministro ha scritto su X: «Ho avuto la fortuna di conoscere tutti e quattro i miei nonni, Agnese e Carlo, Nella e Aldo. Li ricordo con amore, gratitudine e nostalgia perché hanno colorato la mia infanzia come solo loro sapevano fare e oggi sono i miei Angeli Custodi. Se potete, chiamateli e fate sentire il vostro affetto, perché i nonni sono la vita. Buona festa a tutti i nonni», con un l’emoji finale di un cuore. Si è scatenata, immediatamente, la bufera sui social. Una vera shitstorm: «Con il caos a Termini e Tiburtina, migliaia di passeggeri infuriati e tu fai il post sui nonni?». Oppure: «Se potete, prendete un treno e andate a trovare i nonni. Ah no». «Sai quanti nipotini non potranno andare a trovare i nonni perché tutti i treni da e per la Capitale d’Italia sono bloccati?».

L’assenza all’evento di Ferrovie dello Stato

Qualcun altro, in romanesco, è riuscito a restituire l’immagine del caos nelle stazioni: «Ce sta Termini che pare er maracanà. Vedi de annà in ufficio, movite!». C’è chi muove una critica all’utilizzo che il politico fa dei social, ma questo pensiero potrebbe essere esteso a tutta la classe dirigente, presidente del Consiglio inclusa: «Quando trova un attimo di tempo può per cortesia andare a vedere cosa succede ai treni e ai poveri disgraziati che li devono usare? Poi, magari, ci fa sapere cosa intende fare a proposito. Grazie e, con il dovuto rispetto, i suoi nonni li può celebrare in privato». In mattinata, inoltre, Salvini era atteso a un evento di presentazione del brand dei treni regionali di Ferrovie dello Stato. Sia lui che l’amministratore delegato Stefano Donnarumma non si sono presentati.

L’informativa in Senato

Nel pomeriggio, alle 15, Salvini interverrà al question time della Camera. Anche se nelle domande depositate negli scorsi giorni dai deputati non ci può essere – ovviamente – un riferimento a quanto accaduto oggi, è probabile che il ministro sarà interrogato sulla disgrazia odierna. Durante la seduta al Senato, invece, le opposizioni hanno fatto una richiesta formale affinché Salvini, in Aula, svolga un’informativa urgente sui disagi del settore ferroviario. L’hanno sottoscritta Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi sinistra e Italia Viva. «Il ministro venga in Parlamento a spiegare agli italiani cosa intende fare per fronte una situazione indegna di un Paese civile. Andate a vedere quello che sta succedendo nelle stazioni e che segue decine di interruzioni che hanno costellato l’estate di milioni di italiani», ha dichiarato il senatore Dem Antonio Misiani. «Se la maggioranza ci vuole convincere di non avere certe nostalgie dimostrando che i treni non arrivano in orario come quando c’era “lui”, ci sta riuscendo al 100%, ma gradiremmo che lo facesse in altro modo», ha aggiunto il renziano Ivan Scalfarotto.

La richiesta di dimissioni

Anche il partner di maggioranza Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, fuori da Montecitorio ha chiesto a Salvini «una riflessione su un piano straordinario di manutenzione». Ma sono stati i leader dell’opposizione a esplicitare la richiesta più pesante al membro del governo Meloni. Il verde Angelo Bonelli è stato diretto: «Alcune settimane fa avevo chiamato i vertici di Trenitalia per segnalare disfunzioni: non mi ha risposto nessuno a partire da Donnarumma. Non sono stato fortunato come Lollobrigida che è riuscito a chiamarli e fermare un treno. Guasti continui -ha aggiunto – che tagliano in due l’Italia e che mettono in difficoltà lavoratori pendolari e studenti. Una costante inaccettabile che evidenzia che questo ministro, che vorrebbe sottrarre 15 miliardi per realizzare il Ponte sullo Stretto, non si preoccupa minimamente dei problemi quotidiani di noi viaggiatori. I vertici di Trenitalia dovrebbero dimettersi in blocco e Salvini seguirli». Lo sparring partner rosso Nicola Fratoianni ha ironizzato: «Quando c’era lui… i treni non partivano nemmeno. C’è un ministro che continua a straparlare di ogni cosa, ma il lavoro per cui gli è stato assegnato il dicastero non lo fa. È davvero ora che Salvini vada a casa».

Il tentativo di difesa della Lega

La difesa leghista è affidata al membro della commissione Trasporti della Camera, Domenico Furgiuele: «Sul caos dei treni di oggi la verità è solo una. Gli italiani pagano anni e anni di malgoverno dem. Una politica dei “no” andata avanti per troppo tempo e che ha bloccato il Paese. Lo sanno bene i romani che si ritrovano con due stazioni con impianti obsoleti che la sinistra non ha mai voluto innovare. Ora, per fortuna, c’è Salvini al ministero: con lui è partita l’Italia dei cantieri. Siamo certi che risolverà anche questo problema causato dal Pd». Una dichiarazione ignorata dal centrosinistra che ha continuato la batteria di dichiarazioni. I deputati grillini della commissione Trasporti, sempre di Montecitorio, hanno pubblicato una nota: «Non si tratta di un mercoledì infausto, ma di un semestre nero per il trasporto ferroviario. I colleghi di centrodestra ci chiedono di essere propositivi: la nostra proposta è che Salvini tolga il disturbo, perché è completamente inadeguato al ruolo che ricopre».

L’affondo del Pd: « Salvini è troppo impegnato a baciare la pantofola ai nazisti austriaci, ai fascisti francesi, ai filorussi ungheresi»

Sui luoghi comuni del fascismo ha dato battaglia anche Toni Ricciardi, vicecapogruppo del Pd alla Camera: «Prima di lui i treni arrivavano in orario, con lui i treni non arrivano proprio. Salvini è, di gran lunga, il peggior ministro dei Trasporti che la Repubblica ricordi. È troppo impegnato a baciare la pantofola ai nazisti austriaci, ai fascisti francesi, ai filorussi ungheresi». Pure la segretaria del suo parito, Elly Schlein, non ha risparmiato l’affondo: «Questo governo fa viaggiare l’Italia con almeno un’ora di ritardo, ogni giorno. Il ministro Salvini si occupa di tutto tranne che dell’emergenza trasporti, mentre sotto la sua guida la durata delle interruzioni di linea aumenta anno dopo anno e a pagare il prezzo più alto sono i passeggeri che devono fronteggiare disagi e disservizi quotidiani, i pendolari che devono raggiungere le aree interne, le lavoratrici e i lavoratori che subiscono crescenti aggressioni e tutto il comparto del trasporto ferroviario merci. Non si occupa di fare funzionare le ferrovie, pensa solo a come venderle». Salvini è al centro di un assedio che, viste le premesse, continuerà ad animare la diatriba politica delle prossime settimane.

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