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Corteo pro Pal a Roma, la comunità palestinese: «Non scenderemo in piazza il 5 ottobre». Il questore: «C’è divieto e va rispettato»

Corteo pro Pal a Roma
Corteo pro Pal a Roma

La manifestazione a quasi a un anno dalla strage di Hamas contro i cittadini israeliani. Sono attese 30mila persone, ma il Tar conferma il no

Il Tar del Lazio conferma il no del questore di Roma al corteo pro Palestina organizzato per sabato 5 ottobre nella capitale a un anno della strage di Hamas contro i cittadini israeliani. La comunità palestinese si era già defilata: «Noi non scenderemo in piazza. Dopo il diniego della Questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide». I centri sociali milanesi però tirano dritto e prima della pronuncia del Tribunale amministrativo regionale ribadiscono: «Non possiamo semplicemente accettare questo divieto».

L’evento vietato

«Esiste un divieto e va fatto rispettare», aveva tuonato il neo questore di Roma Roberto Massucci in merito alle manifestazioni pro Palestina. Khaled El Qaisi dell’Unione democratica arabo palestinese, aveva auspicato, come aveva scritto il Corriere, un intervento di censura del Tar per sventare quello che definiva «un grave precedente antidemocratico». Ma la prima sezione ter del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha confermato il no del questore e non ha operato nessuna sospensione cautelare urgente del diniego. Massucci si era però detto aperto al dialogo e aveva aggiunto che era in contatto con i promotori per «trovare tempi diversi e una cornice di legalità» alla manifestazione. L’attenzione è però massima perché sono oltre 30mila le persone attese: «Stiamo già lavorando e ci sarà una un tavolo tecnico venerdì. Ci saranno servizi a cerchi concentrici attorno a piazzale Ostiense fin dai caselli autostradali e lungo le direttrici che portano al centro di Roma e diventeranno sempre più stringenti», ha spiegato il questore.

Il dietrofront della comunità palestinese e la presenza dei centri sociali

La Comunità palestinese di Roma e del Lazio ha confermato che non scenderà in piazza, ma tornerà a manifestare la settimana dopo per «il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera», ha riferito all’Ansa Yousef Salman, presidente dell’associazione. Il passo indietro non c’è invece per i centri sociali milanesi. Quello di Vittoria ha ribadito la sua presenza in un comunicato: «Noi ricordiamo il 7 ottobre come data in cui il popolo palestinese ha messo in gioco la propria esistenza per non morire giorno dopo giorno nell’assoluta indifferenza». «Noi sappiamo, noi siamo tragicamente consapevoli che senza il 7 ottobre, senza la sua Resistenza, il popolo palestinese non esisterebbe più come identità, cultura, tradizioni. Milano sa da che parte stare», hanno scritto. A Roma infatti non ci sarà solo il centro sociale Vittoria, ma anche Cantiere e Zam.

I Giovani Palestinesi: «Il 7 ottobre torna intifada studentesca»

Non solo il corteo, gli attivisti pro Pal rilanciano e aggiungono: «Il 7 ottobre torna l’intifada studentesca». A scriverlo sui social i Giovani Palestinesi d’Italia che con un reel ripercorrono le occupazioni e le manifestazioni degli studenti a sostegno di Gaza della primavera scorsa. All’occupazione dell’Università di Bologna il 5 maggio sono seguite quelle della Sapienza di Roma, della Federico II di Napoli e di molti altri atenei.

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