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Dolomiti, sfregio su una roccia con un reperto del Triassico: «Turisti andate a casa». Zaia duro: «Questo non è amore per la nostra montagna»

02 Ottobre 2024 - 18:49 Redazione
dolomiti tre cime di lavaredo scritta turisti
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La scritta scoperta su una roccia delle Tre Cime di Lavaredo dall'alpinista Moreno Pesce. Il presidente della Regione: «Deturpato un tesoro comune»

«Tourists go home», turisti andate a casa. Il pennarello nero macchia indelebilmente una roccia su cui si troverebbe un reperto paleontologico, posta sul versante meridionale delle Tre Cime di Lavaredo. A scoprire la scritta nella località più iconica delle Dolomiti è l’alpinista veneziano Moreno Pesce. «Non è una sana montagna», è il suo commento deluso in un video ripreso proprio davanti alle parole.

La scoperta delle scritte

«Stavo facendo un’escursione con la mia guida e un amico siciliano quando nel tratto di sentiero tra il Rifugio Auronzo e il Lavaredo, abbiamo notato la scritta», ha raccontato in un video pubblicato sul suo account Facebook. A rendere ancora più deludente la vista per Pesce è il fatto che la frase macchi un reperto trovato nel 1992: due impronte del dinosauro carnivoro Eubrontes risalente al Triassico. E a questo si aggiunge il fatto che quelle tre parole – «tourists go home » – sarebbero state ripetute più volte «anche lungo la ferrata e sulla panchina del Paterno». Un’azione, come sempre a opera di ignoti, che secondo Pesce «nulla ha a che fare con il rispetto del patrimonio culturale e della montagna». Proprio quella montagna che dovrebbe essere «fonte di vita, turismo e benessere psicofisico». Nonché «per tutti e accessibile a tutti».

Il duro commento di Zaia

Non si è fatta attendere molto la reazione di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. «Il primo che dovrebbe rimanere a casa è l’autore di un simile gesto», sono le dure parole del leghista. «Confonde la libertà di pensiero con quella di vivere la montagna sfregiando le Cime più belle del mondo». «Ognuno è libero di esprimere le sue idee ma ci sono i modi e i canali corretti per farlo. Deturpare un tesoro comune, riconosciuto patrimonio dell’umanità, certamente non lo è ed è anche un pessimo esempio», continua Zaia. Che però ha ammesso di aver presente il problema dell’overtourism, già sollevato dagli abitanti della zona lo scorso agosto per la presenza di numerosi turisti e il sovraffollamento della montagna. A riguardo Luca Zaia non ha però concesso spazio di legittimità al gesto: «Dimostrare interesse a difendere le montagne da un eccesso di presenze turistiche ferendole con scritte permanenti non è proprio una dimostrazione di rispetto o di amore verso le nostre terre alte».

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