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Lo scrittore transgender e la raccolta fondi per la mastectomia: «È un’operazione salva-vita ma mi insultano»

02 Ottobre 2024 - 06:13 Alba Romano
elia bonci transgender mastectomia
elia bonci transgender mastectomia
Elia Bonci vuole raccogliere 6 mila euro e andare all'estero: «Non mi fermerò davanti a questo odio»

Elia Bonci è uno scrittore e attivista transgender di 28 anni. Vive a Roma e ha scritto Controcuore. Non avere paura di essere chi sei e Il cuore nei ricordi, editi da New Book. Nel 2023 si è iscritto polemicamente a Miss Italia «come atto di disobbedienza civile». In questi giorni invece sta ricevendo insulti online per aver annunciato una mastectomia. Ovvero l’asportazione delle due ghiandole mammarie in chi è portatore di specifiche mutazioni genetiche che comportano un aumentato rischio di sviluppare un cancro al seno. Per chi, come me, sta affrontando un percorso gender affirming, non si tratta solo di un intervento, ma un’operazione salva-vita», spiega Bonci.

Salute mentale

Lo scrittore dice a Valentina Lupia dell’edizione romana di Repubblica che «per chi, come me, sta affrontando un percorso gender affirming, non si tratta solo di un intervento, ma un’operazione salva-vita». Si tratta invece di «una necessità vitale, che tutela la mia salute mentale e mi permette di esistere in modo autentico. Senza questa operazione, il mio corpo continua a essere un campo di battaglia, e ogni giorno diventa più difficile sopportare il peso della disforia corporea». Per questo ha avviato una raccolta fondi per l’operazione, che costa «poco più di 6 mila euro, più i costi dei trasporti e delle visite. Sono stato costretto a farlo all’estero perché in Italia, purtroppo, lo Stato non ci tutela. Per accedere a un’operazione salva-vita come questa, noi persone trans dobbiamo aspettare il consenso di un giudice, che nel mio caso si fa attendere dal 16 maggio 2022».

L’operazione all’estero

«Questa assurda lentezza burocratica mi ha costretto a cercare una soluzione all’estero, perché non posso più permettermi di aspettare senza mettere a rischio il mio benessere mentale. Il 4 ottobre ho finalmente la prima visita per fissare la data dell’operazione. Dopo mesi di frustrazione, ho provato una gioia che non riesco a descrivere», dice Bonci. «Mentre cerco di costruirmi un futuro, c’è chi preferisce distruggere. Insulti, segnalazioni e attacchi da parte di transfobici che mi accusano di essere un truffatore e di voler invece intascare i soldi della raccolta fondi per altri scopi. Ho dovuto rendere privato il mio profilo Instagram. E per me i social non sono solo uno strumento di lavoro, ma anche piattaforme per sensibilizzare sull’importanza di questi temi», aggiunge.

L’operazione salva-vita

E infine conclude: «Non mi fermerò davanti a questo odio. Se oggi chiedo sostegno, non è solo per finanziare la mia operazione salva-vita, ma per far capire che lo Stato italiano non può continuare a ignorare la salute e il benessere mentale delle persone trans. Chiediamo il diritto di esistere».

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