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Tajani frena sul ritiro dei militari italiani dal Libano. Pronto un pacchetto di aiuti da 17 milioni di euro

antonio tajani libano unifil
antonio tajani libano unifil

Il ministro degli Esteri ha dichiarato che per il momento il contingente di circa 1.000 militari rimarrà nel Paese dei Cedri

Dopo l’incontro con le commissioni competenti di questa mattina, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha deciso di non partecipare al question time pomeridiano, affidandolo al titolare dei rapporti col parlamento, Luca Ciriani. Una scelta dettata dall’emergenza in corso (in serata deve partecipare alla riunione del Quintetto a nome dell’Italia e quindi di paese guida del G7) ma che ha anche permesso di evitare di prendere posizione davanti al Parlamento sulla delicata situazione sviluppatasi in queste ore, tra l’invasione di terra di Israele in Libano e l’attacco iraniano sui cieli di Tel Aviv. Tra i due appuntamenti, però, ha avuto modo di chiarire che i 1000 militari italiani che partecipano alla missione Unifil nel sud del Libano per il momento resteranno al loro posto: «Se non è possibile operare, il ministro Crosetto deciderà insieme alle Nazioni Unite, ma per adesso non ci sono le condizioni. Stiamo valutando tutte le situazioni per l’evacuazione di tutti quanti. Se peggiora la situazione bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza, se la situazione non peggiora, per come stanno le cose il contingente rimane lì», ha detto.

Luca Ciriani al question time della Camera ha poi spiegato che alla luce d quanto sta accadendo a su di Beirut è stato approvato un nuovo pacchetto di aiuti umanitari di 17 milioni di euro, al quale si sommano altri 3 milioni destinati al potenziamento dei canali di arrivo e formazione per i rifugiati, in collaborazione con l’Unhcr. Proprio domani, 3 ottobre, «Tajani incontrerà l’alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi», ha detto. Nei giorni scorsi, ha aggiunto, sono state «consegnate 2 tonnellate di derrate alimentari a Tiro e Beirut: dall”inizio della crisi sono stati inviati 55 milioni di euro in aiuti a Gaza, che hanno finanziato 47 tonnellate di forniture alimentari ed è stata avviata una nuova raccolta di dispositivi sanitari». Ciriani ha poi aggiunto che un cessate il fuoco è il «passaggio decisivo per riportare l’intero quadrante sul cammino della stabilità».

Le opposizioni

Molto critici gli interventi di Laura Boldini, Giuseppe Provenzano del Pd e Riccardo Ricciardi del Movimento 5 stelle. Boldrini ha accusato il governo di non aver preso iniziative concrete, Provenzano ha ribadito: «Ci avviamo verso una guerra grande a cui non vogliamo rassegnarci, se noi condanniamo nettamente il 7 ottobre e i lanci di razzi di Hezbollah, con altrettanta fermezza dobbiamo condannare le sistematiche violazioni internazionali a Gaza e l’invasione di terra in Libano». Ricciardi ha chiesto che il governo italiano richiami l’ambasciatore italiano in Israele. Ciriani ha risposto che «l’Italia riafferma il diritto di Israele a difendersi dalle aggressioni esterne. Il ministro Tajani non ha mancato di condannare le azioni dei coloni violenti. I contatti sul terreno sono cruciali anche per rafforzare le iniziative diplomatiche».

Foto di copertina: ANSS/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI

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