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Violenza sessuale su una paziente, rinviato a giudizio il primario del Gemelli Luca Richeldi

02 Ottobre 2024 - 12:37 Redazione
Il giudice dell'udienza preliminare ha respinto le due richieste di patteggiamento presentate dai legali del medico

Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una pazienta. A deciderlo, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale della Capitale, che ha rigettato le due richieste di patteggiamento presentate dai legali del medico: sono state ritenute non congrue. Il processo a Richeldi, diventato un volto noto grazie ai consigli dispensati durante la pandemia del Coronavirus, inizierà il prossimo 3 giugno. A difenderlo ci saranno gli avvocati Carlo Bonzano e Ilaria Basanti che, dopo la notizia del rinvio a giudizio, hanno chiesto che non venissero mosse condanne mediatiche nei confronti dell’assistito, che è anche professore ordinario all’Università Cattolica. Bonzano, nello specifico, ha dichiarato: «Mi pare si sia deciso di dare a questa vicenda per via mediatica una dimensione diversa da quella che le è propria sul piano giudiziario».

Le dichiarazioni del legale di Richeldi

«Non a caso – ha aggiunto l’avvocato -, molti dimenticano che la richiesta di patteggiamento aveva trovato la piena condivisione da parte della Procura, che aveva manifestato incondizionato consenso dapprima alla richiesta scritta e poi in udienza, peraltro per il tramite di magistrati diversi, i quali hanno tutti espressamente condiviso la congruità della proposta: evidentemente essa non era così stravagante come molti si affannano ad affermare. La stravaganza, viceversa, mi pare si annidi nel sottolineare come non vi sia stata assunzione di responsabilità e conseguentemente non siano state formalizzate delle scuse: peccato che il patteggiamento sia stato concepito senza alcuna ammissione di responsabilità, sicché (peraltro in spregio alla presunzione di innocenza che tutti invocano per se, ma pochi riconoscono al prossimo) si pretende qualcosa che è incompatibile con la legge prima ancora che con la ferma presa di distanza da parte del professor Richeldi rispetto ai fatti addebitatigli».

«Il provvedimento di rigetto si diffonde su profili che corrono il rischio di apparire del tutto estranei al vaglio di congruità della pena e talvolta persino alla ipotesi accusatoria descritta nella imputazione. In ragione delle plurime ed esplicite considerazioni espresse dal gup sul merito della vicenda nel rigettare la richiesta di patteggiamento, abbiamo chiesto che valutasse l’opportunità di astenersi: non abbiamo formalizzato alcuna ricusazione, ma solo invitato il giudice a valutare lei stessa se, a causa delle valutazioni espresse, non si fosse già pronunciata sul merito delle accuse. Evidentemente anche questa iniziativa non era così irrituale come taluni hanno inteso dipingerla: il pubblico ministero, in persona di un magistrato ancora diverso dai precedenti, non si è opposto (a differenza della parte civile) e, soprattutto, il giudice, invece che restare insensibile al tema, ha avanzato una propria richiesta di astensione al Presidente del Tribunale. Il conseguente rigetto ci ha proiettato oggi nella peculiare condizione di dover celebrare l’udienza preliminare davanti allo stesso giudice che si era già diffusamente espresso sul merito, poi chiedendo di potersi astenere dalla decisione che è invece stato chiamato ad assumere».

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