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Budapest, l’attivista Maja T. come Salis: «Estradata dalla Germania al guinzaglio e isolata in cella tra cimici e scarafaggi»

04 Ottobre 2024 - 19:07 Redazione
La 23enne tedesca ha rilasciato un'intervista telefonica al giornale "Mdr". È accusata di aver compiuto aggressioni contro estremisti di destra

È stata estradata dalla Germania in Ungheria in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale e rischia 24 anni di carcere per le stesse accuse che hanno colpito l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis. L’antifascista, Maja T., di 23 anni, racconta al giornale tedesco Mdr il «viaggio nell’orrore» con cui è stata trasferita da Dresda a Budapest e la detenzione, in isolamento completo, in un carcere ungherese. «Sono stata trattata come un pacco: è stato un viaggio nell’orrore con manette e catene, un cappuccio, come quelli usati nella boxe, con un sacco sopra la testa», racconta. La 23enne è accusata di aver compiuto aggressioni contro estremisti di destra, che si presume abbia commesso durante il “Giorno dell’Onore” nel febbraio 2023. La procedura di estradizione è stata improvvisa: i suoi avvocati e la Corte Costituzionale Federale sono stati, infatti, colti di sorpresa. Quando la Corte di Karlsruhe ha disposto la sospensiva del provvedimento, Maja era già nelle mani delle autorità ungheresi. La giovane è stata portata al confine ungherese in una minuscola cella del mezzo per il trasporto dei detenuti. Da allora è detenuta in un carcere a Budapest, ma spera in un processo «basato sullo stato di diritto» in Germania. 

La detenzione

Della detenzione, Maja racconta del «vitto molto scarso» e del «sequestro da parte delle autorità dei progetti igienici personali». «In alcune zone è sporco, ci sono innumerevoli cimici e scarafaggi. C’è una telecamera nella mia cella che è sempre accesa». Ci sono anche altri controlli, che Maja descrive come molestie: «Ogni giorno dovevo spogliarmi completamente davanti agli agenti. Si tratta a tutti gli effetti di perquisizioni intime». La 23enne fa sapere al giornale tedesco di essere «rinchiusa in cella per 23 ore». Può stare nel cortile per un’ora e sempre da sola. «Ho brevi contatti con gli agenti durante il giorno e contatti molto limitati con la mia famiglia per telefono», conclude. Un copione, dunque, che si ripete nell’Ungheria di Viktor Orban, un anno dopo l’incarcerazione dell’eurodeputata Ilaria Salis. 

L’appello del padre

Il padre della 23enne ha accusato le autorità ungheresi di «torturare» psicologicamente la figlia. «A mio avviso Maja viene sistematicamente torturata e umiliata per ottenere dichiarazioni». Il genitore ha inviato un’altra petizione ai ministri tedeschi della Giustizia e degli Esteri per garantire che Maja venga riportata in Germania o almeno le siano garantite condizioni di detenzione adeguate.

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