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Caso Uss, il Csm assolve i giudici che diedero i domiciliari al manager russo poi evaso: erano sotto procedimento disciplinare sollecitato da Nordio

04 Ottobre 2024 - 22:30 Redazione
Il ministro della Giustizia contestava ai magistrati milanesi di essere stati «gravemente negligenti». L'imprenditore russo era scappato dalla sua villa il 22 marzo 2023

I magistrati che decisero i domiciliari per Artem Uss, il manager russo figlio di un oligarca vicino a Putin, arrestato a Malpensa il 17 ottobre del 2022 e poi evaso dalla villa di Basiglio in attesa dell’iter della estradizione negli Usa, «non hanno commesso alcun illecito». Lo ha deciso la sezione disciplinare del Csm, che ha assolto i tre giudici di Milano sotto procedimento disciplinare sollecitato dal ministro Nordio. La sezione disciplinare ha quindi accolto la richiesta della Procura generale della Cassazione, che chiedeva l’assoluzione dei tre magistrati. Per Stefano Caramellino, Monica Fagnoni e Micaela Serena Curami – i primi due attualmente giudici della Corte d’appello del capoluogo lombardo e la terza in Cassazione – sono quindi stati «esclusi gli addebiti». Tradotto: «Non hanno commesso il fatto».

Era stato il ministro della Giustizia italiano a promuovere l’azione disciplinare. Secondo il Guardasigilli, i giudici avrebbero presso la decisione di trasferire ai domiciliari l’imprenditore russo – accusato di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio ma anche sospettato di spionaggio – senza valutare alcune circostanze contrarie alla misura e indicate nel parere della procura di Milano. Nello specifico, i magistrati, a detta del titolare di Via Arenula, non hanno tenuto conto di fattori quali «la nota del dipartimento di Giustizia degli Usa in cui si chiedeva la custodia cautelare in carcere». Ma anche gli «appoggi internazionali di cui godeva Uss» e «il comunicato dell’Interpol che segnalava i suoi rilevanti interessi economici». Ma la Procura generale della Cassazione, contrariamente alle istanze del ministero, aveva poi chiesto l’assoluzione dei tre magistrati, escludendo «l’errore macroscopico o la grave negligenza». E nel pomeriggio di oggi, venerdì 4 ottobre, il Consiglio superiore della magistratura ha messo un punto alla vicenda scagionando definitivamente i giudici, finiti nei mesi scorsi al centro di una vicenda che ha rischiato di provocare qualche imbarazzo diplomatico.