I messaggi degli esponenti di governo, la nomina da Consigliera, le foto con l’ex ministro: la versione di Boccia sul caso Sangiuliano
L’imprenditrice di Pompei Maria Rosaria Boccia torna sulla vicenda politico-giudiziaria che ha portato alle dimissioni del ministro della Cultura Sangiuliano. Lo fa nel salotto di Corrado Formigli, a Piazza Pulita, su La7. Al centro del caso, la nomina di Boccia come “Consigliera per i grandi eventi” «proposta dal ministro, mai pretesa» e «che non è legata ad alcuna relazione», precisa l’influencer, che non parla di “relazione extra-coniugale” con Sangiuliano. «Io non posso parlare dei miei sentimenti perché c’è in corso un’indagine», afferma. Ma tiene a precisare che «non sembra così tossica una relazione di amicizia dalle foto che si vedono». Boccia spiega, inoltre, di avere «firmato il contratto (per la nomina, ndr), come lo ha fatto il capo di gabinetto il 7 agosto». A un certo punto, però, il contratto si arena: «Io intuisco il 16 agosto perché vengo rimossa dalle chat del ministero. Io mi attivo per fare le famose telefonate e registrare quella che è agli atti dove si evince che invece la nomina c’era. Ero in vivavoce con il ministro mentre lui parlava con la moglie» quando quest’ultima «chiese di strappare la nomina». E poi ancora: «Ascoltai quella telefonata perché mi sembrava surreale ciò che stava accadendo: una conversazione tra due estranei».
«Ho letto tanti messaggi di politici del governo»
Il 3 settembre (il giorno prima dell’intervista al Tg1) Sangiuliano chiama Boccia. Durante la telefonata, l’imprenditrice chiede al ministro il motivo per il quale la nomina è stata revocata e quest’ultimo risponde: «Tu il motivo vero lo conosci». Nell’intervista a Piazza Pulita, Boccia ribadisce di «conoscere molte cose», come, appunto, il motivo per cui è stato “strappato” il contratto. «Ma non posso parlare», chiarisce. Poi afferma, inoltre, di avere spesso ricevuto dall’ex ministro messaggi o screenshot con le conversazioni di altri politici. «Me li mandava perché gli piaceva una consulenza nelle risposte: sono in tutti i dispositivi che ha sequestrato la Procura – afferma -. Ho letto tanti messaggi di molte persone che fanno parte del governo». Boccia ha poi negato di aver clonato il telefono dell’ex ministro: «Lui mi dava il telefono, rispondevo a telefonate e messaggi». Sull’indiscrezione rivelata in merito ad alcune fotografie finite sulla scrivania del direttore Alfonso Signorini, che poi non sono state pubblicate, Boccia dichiara: «Quando gli ho chiesto se ha chiesto soldi, Sangiuliano ha replicato “No ma gli ho fatto una grande cortesia”». Ciò che la ferisce di più è l’etichetta di «millantatrice» con cui è stata spesso descritta «grazie a una poca chiarezza da parte del ministro». Ma è certa, afferma, «di avere delle prove che smontano tutto l’esposto» di Sangiuliano. Il suo «vero obiettivo» è quello «di ricevere delle scuse per le cose false. Ora ci troviamo in una situazione diversa – conclude -: mi ha denunciata. Le chat usciranno, ma io non le avrei mai pubblicate».