Chiara Ferragni, chiuse le indagini sui casi Balocco e uova di Pasqua per “truffa aggravata”. La difesa: «Presto acclarata la sua innocenza»
La Procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti di Chiara Ferragni e di altre quattro persone per l’accusa di truffa aggravata riguardante casi di presunta pubblicità ingannevole legata alla promozione e alle vendite del pandoro Pink Christmas Balocco e delle uova di Pasqua-Dolci Preziosi. L’inchiesta è coordinata dal pm Cristian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Pronta la risposta degli avvocati dell’influencer: «Riteniamo che questa vicenda – hanno dichiarato – non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima».
Ingiusto profitto per oltre 2 milioni di euro
L’atto di chiusura delle indagini preliminari non riguarda solo l’imprenditrice, ma anche Fabio Damato, suo ex collaboratore, Alessandra Balocco, titolare dell’azienda piemontese produttrice del Pandoro, e Franco Cannillo, della Dolci Preziosi. «Le indagini – si legge nel comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola – hanno permesso di ricostruire la pianificazione diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche». L’ingiusto profitto contestato a Chiara Ferragni è di circa 2 milioni e 200mila euro.