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Addio alla Divina Lea Pericoli, icona del tennis italiano. Il dolore di Nicola Pietrangeli

04 Ottobre 2024 - 13:35 Alba Romano
Aveva 89 anni, vinse 27 titoli nazionali italiani e per tre volte arrivò agli ottavi a Wimbledon. La passione per golf e moda

Il mondo del tennis italiano saluta una delle sue icone più grandi, Lea Pericoli, scomparsa a 89 anni. Nota come la “Divina”, un soprannome coniato da Gianni Clerici per la sua eleganza sia in campo che nella vita, Pericoli è ricordata oggi non solo per le sue imprese sportive, ma anche per il suo stile inconfondibile. Le sue tenute stravaganti, che includevano gonnelline in piume di struzzo, visone e petali di fiori, erano spesso tanto celebri quanto le sue vittorie, al punto da guadagnarsi le prime pagine dei giornali. Ma con la racchetta in mano, Lea Pericoli si trasformava in una vera guerriera. Considerata una pioniera del tennis moderno, non solo per il suo abbigliamento innovativo, ma anche per il suo spirito combattivo e la sua determinazione, Pericoli ha segnato un’epoca.

La vita dall’Etiopia a Milano

Nata a Milano il 22 marzo 1935, trascorse parte della sua infanzia in Etiopia, dove il padre lavorava. Fu proprio ad Addis Abeba, su un campo da tennis costruito dal padre, che la giovane Lea scoprì la sua passione per questo sport. Tornata in Italia, mentre lavorava come segretaria in una ditta di import-export a Milano, il tennis divenne la sua principale passione. Nel suo palmarès si contano 27 titoli nazionali italiani. A livello internazionale, raggiunse per quattro volte gli ottavi di finale del singolare al Roland Garros, arrivò in semifinale nel doppio e nel doppio misto, e a Wimbledon entrò per tre volte negli ottavi di singolare, due nel doppio misto e una volta nei quarti del doppio.

L’addio al tennis

Lea Pericoli si ritirò a 40 anni, dopo aver dominato il tennis italiano per due decenni e aver contribuito enormemente alla sua diffusione nel paese. Una volta abbandonata la carriera agonistica, si dedicò al giornalismo, dove dimostrò la stessa classe che l’aveva contraddistinta in campo. Fu la prima donna a commentare una partita di tennis in televisione su Telemontecarlo, e scrisse per “Il Giornale”, grazie alla scoperta di Indro Montanelli. Oltre al tennis, nutriva una grande passione per il golf, e fu testimonial nella lotta contro il cancro, una battaglia che aveva vissuto personalmente e vinto, riconquistando addirittura il titolo italiano sei mesi dopo un intervento per carcinoma nel 1973. Tra gli anni ’50 e ’70, il tennis di Lea Pericoli era lontano dagli ingaggi milionari di oggi, ma pieno di entusiasmo, passione e voglia di emergere, come lei stessa ricordava in occasione dei suoi 80 anni. Il suo stile in campo, con abiti eccentrici firmati dallo stilista inglese Ted Tinling, non passava inosservato. Alcune delle sue creazioni sono oggi esposte al Victoria and Albert Museum di Londra, a testimonianza di un’epoca in cui eleganza e competizione si fondevano perfettamente.

La sfida con Billie Jean King

Consapevole della fama che le sue mise le avevano procurato, Pericoli sapeva anche bilanciare l’eccentricità con il rispetto per l’avversario. “Non bisogna esagerare, soprattutto contro giocatrici forti come Billie Jean King,” raccontava, “perché se perdi con un vestito un po’ osé, la stampa ti crocifigge.” Con la sua scomparsa, si chiude un capitolo fondamentale della storia del tennis italiano, che Lea Pericoli ha scritto con classe, determinazione e uno stile ineguagliabile.

Il saluto di Nicola Pietrangeli

“Lei per me è stata una sorella ed una compagna di vita. Non bastano le parole per descrivere cosa provo”, è stato il commento di Nicola Pietrangeli all’Ansa. “L’ultima volta ci siamo visti lo scorso anno alle Finals a Torino. Poi Lea si era un po’ chiusa in sé stessa – aggiunge Pietrangeli con evidente commozione – Soffro perché non potrò neanche andare al funerale. Sarò criticato ma spero che la gente capisca”.

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