L’ultima telefonata tra Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano: la nomina, la gravidanza e il telefonino
Il primo leak dell’inchiesta su Maria Rosaria Boccia per le pressioni nei confronti dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è una telefonata. È l’ultima tra i due, secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano. E la registrazione è stata effettuata dall’imprenditrice e influencer. Per potersi tutelare e difendere, secondo la sua tesi. Il colloquio è datato 3 settembre 2024, è sera. Il giorno dopo Sangiuliano andrà al Tg1 per confessare di aver avuto una «relazione privata di tipo sentimentale» con l’imprenditrice di Pompei. E 72 ore dopo si dimetterà dopo l’annunciata intervista di Boccia a In Onda. E nel colloquio l’ex direttore del Tg2 dice cose piuttosto in contrasto con quanto sostenuto nell’esposto che ha dato il via all’indagine per minaccia a corpo politico dello Stato. In più si tratta di una fonte di prova.
La telefonata
Perché faceva parte della documentazione sequestrata a Boccia durante la perquisizione domiciliare che ha subito. La telefonata inizia con Boccia che chiede «perché sei sparito?» al ministro. E lui: «Perché ero in una brutta situazione». Si parla della foto dei due pubblicata da Dagospia e Boccia dice: «Sai benissimo lo scoop da chi è partito. Smetti di dire bugie. Quella foto o l’hai fatta partire tu o…». I due si riferiscono a uno scatto che li ritrae insieme.
Sangiuliano si sente chiamato in causa in prima persona: «Tu sei una persona intelligente, ragiona, io non avevo alcun interesse». Ma lei insiste: «Ti ho chiesto a chi hai girato quella foto». Lui non capisce: «Pensavo fosse quella che avevi pubblicato su Instagram, qual è la differenza tra le due?». A quel punto Boccia glielo spiega: lei l’aveva mandata a lui su Whatsapp e poi l’aveva postata in una story privata su Instagram.
La foto e la talpa
Una story alla quale soltanto Sangiuliano poteva accedere. Quindi, è il ragionamento dell’imprenditrice, o è stata girata a Dagospia da lui o da qualcuno a cui lui ha mandato la foto. E lui: «L’avrò girata a qualche mio collaboratore, ma non l’ho fatto in malafede». E non si capisce perché abbia girato a un collaboratore la foto che lo ritraeva con l’amante. Poi la conversazione passa alle dimissioni. «Sto spingendo per andarmene», dice l’allora ministra alla sua non-consigliera. Poi propone a Boccia di mettere tra loro due un «mediatore psicologico». Che dovrebbe essere l’amica Melania Rizzoli, ex consigliera regionale in Lombardia. E le chiede di fare una dichiarazione all’Ansa in cui spiegare che tutti i conti dei viaggi che hanno fatto insieme sono stati regolati senza usare soldi pubblici. Infine, si arriva a un punto molto importante.
La nomina saltata
Il colloquio infatti tocca l’argomento della nomina saltata. Lei chiede il motivo. E lui: «Tu il motivo vero lo conosci. Punto e basta». Poi dice che con Giorgia «non abbiamo parlato di te. Ma solamente del fatto che io me ne voglio andare e lei mi dice di resistere». Boccia, sempre più arrabbiata, chiede a Sangiuliano se alla fine lei deve passare per quella che ha millantato una nomina. Sangiuliano: «Il problema non è la nomina, non si può fare, io non l’ho potuta fare e… poi su tutto il resto i nostri rapporti personali possiamo discutere di tutto». Boccia: «La nomina non la puoi fare, no? Eh, e perché?». Sangiuliano: «Perché non la posso fare e il motivo tu lo conosci. E poi comunque non mi va di parlare al telefono».
La paura di essere intercettato
Infine, Sangiuliano dice che ha paura di essere intercettato: «Perché il mio telefono in questo momento…allora facciamo una cosa, io mi compero un altro telefonino domani, ti darò il numero e potremo scriverci. Un telefonino di scarso valore perché non me lo posso permettere…». L’ex ministro ha risposto al Fatto sulla telefonata: «La telefonata c’è stata. Ma non ho mai parlato né della premier, né di una possibile strategia comune da concordare. E sono pronto a querelarvi. In questa storia ci sono un sacco di fake news. Voi mi state riferendo di contenuti di cui non ho mai parlato. Se ho parlato con lei della nomina mancata in quella telefonata, sì, e le ho spiegato che non potevo nominare una persona che diceva di essere incinta di me».
Lei è sicuro di non aver riferito a Maria Rosaria Boccia dell’incontro con la Premier? «Se ci penso posso al massimo aver parlato che le avevo riferito l’intenzione di dimettermi, cosa che ho fatto».