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La sorpresa degli ovetti Kinder: operaie sfruttate e precarie a 5 euro l’ora

04 Ottobre 2024 - 07:00 Alba Romano
operaie confezionamento ovetti kinder scioperi
operaie confezionamento ovetti kinder scioperi
«Alla fine costa più una confezione di cioccolatini che un'ora del mio lavoro»

Gli ovetti Kinder, i Mon Chéri, i cioccolatini Raffaello. Oltre alla produzione della Ferrero i dolci hanno in comune un’altra cosa: la Proteco Srl. Ovvero un’azienda che lavora in appalto con la società di Alba. E che paga le addette cinque euro l’ora. «Alla fine costa più una confezione di cioccolatini che un’ora del mio lavoro», dice oggi al Fatto Quotidiano un’operaia che lavora da 36 anni nella produzione. Che poi attacca proprio la Ferrero, perché «permette lo sfruttamento affidandosi a queste cooperative alle quali fornisce servizi in appalto». Per questo insieme alle sue colleghe ha deciso di scioperare. Dopo «trent’anni di lavoro sottopagato» negli appalti Ferrero, come recita uno degli striscioni del picchetto.

La sorpresa degli ovetti Kinder

«Confeziono ovetti Kinder dal 2000. Ma non posso comprarli ai miei tre figli perché con 700 euro non si riesce ad arrivare alla fine del mese», dice un’altra operaia. Che ha un part time di 24 ore. E quando il monte ore sale a 40 lo stipendio fatica ad arrivare a 1.200 euro. Il contratto è quello delle multiservizi: «Ma noi non facciamo pulizie». Secondo il sindacato Usb, che ha portato alla luce la vicenda, «il 90% dei prodotti a marchio Ferrero viene confezionato all’esterno in appalto». Perché si vuole «abbattere sensibilmente il costo della manodopera non applicando il contratto agroalimentare ma quello multiservizi», spiega Vincenzo Lauricella. Una situazione ben diversa rispetto ai lavoratori assunti direttamente dalla Ferrero.

La retribuzione base

«La retribuzione base per un lavoratore Ferrero, escludendo premi e benefit di cui tanto si narra, è di 1.600 euro lordi in luogo dei circa 1.200 previsti dalla contrattazione aziendale applicata dalle cooperative», aggiunge il sindacalista. Quindi le operaie perdono 400 euro. In più c’è la flessibilità. Che si traduce in part time obbligatori e la sospensione del lavoro per alcuni mesi. Durante i quali le lavoratrici, pur risultando assunte, non percepiscono denari. Si tratta praticamente di false lavoratrici a chiamata, secondo il sindacalista. «Tutta questa situazione mi fa arrabbiare perché Ferrero è uno dei più ricchi uomini al mondo ma noi siamo più poveri che mai. Sembra che a lui non interessi nulla di noi. A oggi non abbiamo ricevuto nessun segnale dalla multinazionale», dice un’operaia.

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