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Bergamo, arrestato 22enne per terrorismo: pianificava attentato a una chiesa per punire «gli infedeli» in nome dell’Isis

04 Ottobre 2024 - 13:52 Ugo Milano
bergamo arrestato 22enne terrorismo isis
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Inneggiamenti allo Stato islamico, foto sui social con le armi in braccio. E un'intercettazione - decisiva - in cui confessa di voler passare all'azione

Un 22enne di origini marocchine è stato arrestato a Bergamo stamattina, venerdì 4 ottobre, con l’accusa di apologia del terrorismo e «attività di proselitismo sul web» in nome dell’Islam. L’uomo, che tra poche settimane avrebbe visto scadere il suo permesso di soggiorno, avrebbe avuto intenzione di colpire una chiesa per punire i «cristiani infedeli». In queste ore gli agenti della Digos di Brescia e Bergamo stanno compiendo sopralluoghi e effettuando perquisizioni nella casa del giovane.

Gli inquirenti: «Voleva passare all’azione»

Lavorava in una pizzeria, in centro a Bergamo, esattamente davanti alla chiesa che – secondo le indagini – avrebbe pianificato di colpire in nome della jihad. «Ha dimostrato – scrive il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare – di voler programmare un atto fortemente violento e pericoloso». Un fatto che «che si inserisce nel quadro di una personalità dalle posizioni estremamente radicali e con una ideologia intrisa di esecuzioni cruente e sparatorie».

Effettivamente sui social era un continuo «ricondividere ed esaltare contenuti apologetici riguardanti lo Stato Islamico e la Jihad Islamica Palestinese», hanno spiegato gli inquirenti. Tra le pratiche maggiormente celebrate «quella del martirio», con una progressiva radicalizzazione del messaggio coniugando «la matrice religiosa con un profondo sentimento antisemita». Non solo. Messaggi che glorificavano l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, inneggiamenti alla jihad e foto in cui imbracciava armi. Secondo la Polizia «l’indagato profila pure la figura di Masih al-Dajjal (l’Anticristo), che secondo la dottrina islamica apparirà nel “Giorno del Giudizio” nell’Islam. Precisando che in quella circostanza musulmani e cristiani si uniranno in una lotta per combattere un terzo nemico, che viene indicato negli “israeliani ebrei”, ma che, una volta sconfitti gli ebrei, i musulmani combatteranno i cristiani».

L’intercettazione decisiva

Non è ancora chiara per gli inquirenti se il 22enne appartenesse o meno all’associazione terroristica ISKP, Islamic State Khorasan Province. Di sicuro, ha spiegato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete: «Era in Italia da pochi mesi e con un permesso di soggiorno in scadenza». Tra gli atti che hanno portato all’arresto dell’indagato ci sarebbe anche un’intercettazione determinante a definire le sue intenzioni violente. Secondo Prete il 22enne, sorvegliato da settembre, «parla con un amico e dice: “In questi 2 o 3 giorni ero al lavoro, il posto dove lavoro è al piano terra, le finestre erano aperte, c’erano delle persone davanti alla chiesa vestite di nero e io ero in piedi con un coltello in mano. Ho pensato se questo coltello entra nel corpo di un umano…Che faccio, esco o non esco?”».

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