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Campo largo, l’affronto di Calenda a Renzi: «È un buffone, la sua politica è fregare chi sta con lui». Il Pd? «Un fritto misto, ci puoi buttare dentro di tutto»

05 Ottobre 2024 - 22:09 Felice Florio
Il leader di Azione, in un'intervista sul Nove, ha anche commentato la situazione in Medio Oriente: «Bombardare Beirut è stato un atto criminale. Israele non vuole i due Stati»

Deve avere ancora molti sassolini nelle scarpe Carlo Calenda, che ad Accordi & Disaccordi riserva una serie di attacchi all’ex sparring partner del Terzo polo. «Per la mia esperienza professionale, dopo l’elezione in Parlamento, quei sei mesi con Matteo Renzi sono stati la peggiore esperienza professionale, perché l’unica dimensione della politica di Renzi è fregare quello con cui sta». La delusione per la fine del percorso congiunto è così forte per il leader di Azione da fargli dire che, per lui, «Renzi non esiste più – poiché – ha promesso una cosa e ha fatto l’opposto». Calenda, intervistato sul Nove, definisce il fondatore di Italia Viva «un buffone. Questo è: un buffone che ha fatto la campagna elettorale con il suo faccione su tutti gli autobus d’Italia scrivendo “Con Matteo Renzi al Centro”. Il primo giorno al Senato, Renzi ha fatto votare La Russa per avere Boschi presidente della commissione di Vigilanza Rai. Se sei garantista, l’etica dei comportamenti sta insieme al garantismo».

«Per me è dirimente: l’etica non è solo che io, da quando faccio politica, non prendo consulenze con nessuno, ma è il fatto che se tu prometti una cosa e poi fai l’opposto il primo giorno, per me non esisti più. Il problema non è quello che fa Matteo, il problema è che noi dobbiamo lavorare per due anni e mezzo, e parlare delle cose che interessano gli italiani, perché altrimenti l’alternativa non la vota nessuno, e non sprecare il tempo a parlare di formule, campo largo e campo stretto. Incominciamo a dire che l’opposizione esiste e fa il suo lavoro, perché altrimenti Giorgia Meloni prende il 70% la prossima volta». Calenda ne ha anche per il Partito democratico: «È un fritto misto, ci puoi buttare dentro di tutto, qualsiasi cosa sta bene». In un passaggio del suo intervento sul Nove, Calenda si sofferma anche sulla situazione in Medio Oriente: condanna Benjamin Netanyahu perché «il bombardamento a Beirut del quartier generale di Hezbollah è stato un atto criminale». E conclude: «Alla base di tutto, però, c’è un punto nodale. Israele non vuole i due Stati e non li vuole più ormai da molto tempo».

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