Perde soldi con editoria, mattoni, realtà virtuale e dispositivi medici: Carlo De Benedetti in questi anni è diventato un Re Mida al contrario
Nell’ultimo anno ogni investimento fatto da Carlo De Benedetti con il gruppo Romed che gli è rimasto ha fatto perdere non pochi soldi all’ingegnere che per decenni si era costruito la fama di mago della finanza. L’ingegnere sembra invece oggi una sorta di Re Mida al contrario: dove mette i soldi spesso ottenuti con precedenti investimenti finanziari, si aprono piccole o grandi voragini in cui lentamente vengono assorbiti. Così oggi De Benedetti riesce a perdere con l’editoria, con gli immobili, con le tecnologie per curare i tumori, con la realtà virtuale, con la chirurgia dell’occhio e con i dispositivi medici per curare l’ipertensione.
Ironia su chi dopo di lui ha gestito Repubblica, ma con il Domani solo perdite ogni anno
Se De Benedetti ironizza spesso anche pubblicamente sulla incapacità di gestire i gruppi editoriali da lui guidati per anni (Repubblica-Espresso) e poi lasciati prima ai figli e venduti successivamente a John Elkann, non è che la sua nuova vita da editore abbia brillato: l’Editoriale Domani che pubblica l’omonimo quotidiano non ha fatto che perdere soldi dalla sua fondazione, anche se le perdite sotto la direzione di Emiliano Fittipaldi si sono quasi dimezzate (-1,9 milioni di euro nel 2023). Va male anche la mini-holding di partecipazioni interamente controllata dalla Romed spa. Si chiama «Per spa» e controlla quello che resta della vecchia finanziaria «M&C». Nel 2023 non ha incassato manco un centesimo e ha perso 198.344 euro. Alla fine del 2023 De Benedetti ha sciolto, dopo avere perso soldi, ogni anno anche la sua immobiliare «Umbria srls»: la spugna è stata gettata per «sopravvenuta impossibilità di conseguire l’oggetto sociale».
Persi quattro milioni di euro con la società per la cura di tumori solidi
L’ingegnere negli ultimi anni ha investito i proventi di Romed rilevando partecipazioni di minoranza più o meno grandi in sturt up che stavano sviluppando tecnologia medica in vari campi spesso acquisendo a loro volta partecipazioni in società israeliane specializzate. In nessun caso è ancora però arrivato un ritorno dell’investimento. La prima partecipazione è stata nella BetaGlue Technologies, “azienda italiana che sta sviluppando una nuova piattaforma di radioterapia per il trattamento localizzato e mirato di tumori solidi non resecabili”. Come spiega la nota integrativa all’ultimo bilancio, dove si è registrata una perdita di 4,12 milioni di euro, “nell’adempiere alla sua missione e visione, nel 2023 la Società ha rivisto il programma di sviluppo e, capitalizzando l’esperienza maturata negli anni precedenti, ha rivisto il piano strategico abbandonando il progetto biopsia e svalutando i costi di sviluppo capitalizzati negli esercizi precedenti, focalizzando la sua crescita nell’impiego del dispositivo medico nel carcinoma epatocellulare in stadio molto precoce”. Gli amministratori riconoscono che “la società ha generato perdite sin dalla sua costituzione, ma nel corso degli anni ha dimostrato la capacità di attrarre risorse finanziarie necessarie al suo sviluppo ricorrendo al mercato dei capitali”.
In rosso anche l’investimento nella chirurgia oculare e nella realtà virtuale
Altro investimento della holding di De Benedetti è stato nella «Twh Eye srl», che nel luglio 2021 la ha acquistato per 7,6 milioni di euro una partecipazione di minoranza in BeyeOnics, gruppo israeliano operante tramite due distinte società, rispettivamente BeyeOnics Surgical nel segmento chirurgia ortopedica e neuro e BeyeOnics Vision nel segmento chirurgia oftalmologica con tecnologie di Augmented Reality e Virtual Reality. Il piatto però piange: nel 2023 zero ricavi e perdita operativa di 118.284 euro. Non arrivano buone notizie nemmeno dall’altro investimento di Romed, fatto acquistando una partecipazione in Twh Hypertension, società che a sua volta ha una partecipazione nella israeliana Sonivie Ltd, «operante nel settore dello sviluppo di dispositivi medici per il trattamento dell’ipertensione resistente, dell’ipertensione polmonare e della bronco-pneumopatia cronica ostruttiva». Nell’ultimo anno anche da qui sono arrivati 66.044 euro di perdite.